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Le donne partigiane spina dorsale della resistenza e insostituibile rete di supporto negli anni della lotta al nazifascismo

di Cinzia Santoro

Il valore fondante del ruolo delle donne nella resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale, è da ricercare
nel rapporto con la politica, attraverso la valorizzazione pubblica delle capacità femminili tradizionalmente svolte nella sfera privata. La resistenza delle donne chiedeva un’azione politica forte, imbracciare le armi e vincere la diffidenza iniziale dei compagni partigiani, che vedevano le donne incapaci di utilizzare i fucili, perché donne. Marina Addis Saba in Partigiane – Le donne della resistenza, dà voce alle donne che hanno partecipato alla lotta di liberazione con un ruolo specifico e indiscusso, costituendo non un appoggio assistenziale alla resistenza, ma la sua spina dorsale, la sua insostituibile rete di supporto.
È da ricercare nel conflitto la capacità delle donne di uscire dalla dimensione di cura e assistenza, a cui la cultura patriarcale le aveva rilegate.

Le donne partigiane


Nel 1943 nascono i Gruppi di Difesa delle Donne e di assistenza ai combattenti. Sono gruppi di organizzazione unitaria aperti a tutte le donne di ogni fede politica e religiosa, senza distinzione di ceto sociale. Sono donne che desiderano partecipare attivamente alla liberazione dell’Italia dal nemico nazifascista e lottare per la propria emancipazione.
La resistenza delle donne, quindi non solo si contrappone ai modelli femminili proposti dal regime fascista, moglie devota e madre amorevole, ma è anche ricerca della propria libertà. Nel momento in cui le donne decidevano di schierarsi contro il fascismo, esprimevano la volontà di rinnegare i valori intrinsechi dello stesso, che voleva la donna- incubatrice di piccoli balilla, per aderire a un nuovo modo di vivere il proprio spazio vitale.
70.000 furono le donne italiane organizzate nei gruppi di difesa.
35000 furono le partigiane inquadrate nelle formazioni combattenti. 20000 le patriote con funzioni di supporto.
683 furono le donne fucilate o cadute in combattimento,1750le donne ferite, 4633 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti.
1890 vennero deportate in Germania.
Solo 19 furono le medaglie d’oro, 17 quelle d’argento, assegnate a valorose donne che si opposero alla dittatura.

Le donne partigiane


La storica Simona Lunadei, autrice di molti testi sull’argomento tra cui Storia e memoria. Le lotte delle donne dalla liberazione agli anni 80, racconta: ” Dopo la fine della guerra, direi a partire dal 1948, c’è stato una specie di silenzio generale sulla resistenza femminile.
Si cercò di normalizzare il ruolo delle donne, che proprio durante la guerra avevano sperimentato un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali”.
Lidia Menapace, partigiana e voce storica del femminismo italiano racconta: “Sono rimasta partigiana tutta la vita perché fare la partigiana è una scelta di vita”.
Sono le circostanze che fanno si che ognuna trovi dentro di sé quello che ha.
La resistenza fu un evento straordinario ma le donne e gli uomini che la fecero, erano ordinari.”
Oggi 25 aprile resta prepotente il bisogno di comprendere la forza di tutte quelle donne, anche giovanissime, che realizzarono la propria emancipazione in quegli anni di degrado socio politico. Con il coraggio e la consapevolezza del periodo storico che vivevano, decisero del proprio destino di donne e di cittadine.

Le donne partigiane


Che non si scriva più riguardo alle partigiane italiane come di donne ausiliarie alla lotta dei compagni, ma si riconosca l’alto valore di queste partigiane, madri, mogli, sorelle e figlie anche giovanissime che ricoprirono un ruolo paritario e dignitoso nell’opporsi al modello hitleriano e fascista.
Un pensiero a tutte, a chi morì sul campo, a chi fu deportata, a chi torturata, violentata e mai tradì. Un pensiero alle donne e partigiane di oggi, le donne curde che hanno impedito all’ Isis di avanzare in altri paesi e che ormai sono state dimenticate, come accade da secoli a noi donne, dinenticate nella pattumiera della storia. A loro che ogni giorno combattono per un futuro migliore. A noi che ogni giorno ci riscopriamo partigiane nella ricerca di un mondo che abbia spazio a misura di tutte le donne.

Buon liberazione a tutte e a tutti!

24 aprile 2023

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