Sei qui
Home > Cultura > Fwd: “Rapito”: il nuovo film di Bellocchio

Fwd: “Rapito”: il nuovo film di Bellocchio

di Anna Gomes

Continua la stagione d’oro di Marco Bellocchio, il regista piacentino  che ha trionfato con “Esterno Notte”, descrivendo il  drammatico rapimento dello statista democristiano, Aldo Moro. 

E nell’ultimo film, presentato al Festival di Cannes, uscito ieri  nelle sale cinematografiche, ci parla di un altro rapimento, molto più antico, avvenuto nel 1858,  due anni prima della breccia di Porta Pia a Roma, con i bersaglieri che si ripresero l’Italia, facendo cadere il potere temporale della Chiesa e dei Papi. Il mandato del rapimento del piccolo Edgardo parte dal Papa, avviluppato al Dogma Cattolico, severo, arcaico ed a volte crudele.

Ed il film  evidenzia proprio questo, la crudeltà di un dolore insopportabile, inferto ad una famiglia ebraica, la famiglia Mortara, dalla Chiesa Cattolica Romana. “Rapito” ti affascina dalle prime scene (quelle del rapimento) e così è fino all’ultimo istante. In una Bologna oscura e misteriosa, le guardie del Papa, di Papa Pio IX (un eccellente Paolo Petrobon),rapiscono il piccolo Edgardo (il dolcissimo Enea Sala) che entrerà nelle grazie del Pontefice, diventandone il pupillo e rendendolo schiavo di un misticismo religioso, estremamente bigotto.

I genitori del piccolo, Salomone e Marianna Mortara, tenteranno fino all’ultimo di riprendersi il bambino, ma invano, nonostante l’aiuto della Comunità ebraica a Roma. Il piccolo Edgardo fu battezzato a sei mesi dalla balia cattolica, che terrorizzata da una possibile punizione divina, gli impresse il sacramento, senza però avvisare i suoi. Si arriverà ad un processo, ma la mano oscura dell’Inquisizione (bravissimo Fabrizio Gifuni  nella parte di un Inquisitore) e le parole ingenue della governante, remeranno a sfavore della famiglia. Edgardo si rifiuta di vedere i suoi, aggrappandosi alla religione Cattolica che diventa davvero sua, di fronte alla passione di Gesù Cristo in croce.

Solo alla morte della mamma, (una sublime Barbara Ronchi) Edgardo tornerà a casa, cercando di convertirla  al Cattolicesimo, ma invano. In molti si chiedono: ma il film è anti-clericale? Sicuramente appare forte, l’ateismo laico del regista, accompagnato però da una pietà cattolica, vera e sentita in alcuni tratti. Ed ecco che tra spunti psicologici e storici (il background è quello di una Roma e di una Bologna, oscure e angoscianti) il regista ci consegna un film bellissimo, importante, a tratti violento, con musiche altrettanto coinvolgenti. “Rapito” è un film attualissimo con temi sempre vivi, come l’imprevedibilità della vita, la guerra, la violenza del potere e la morte.

Da vedere assolutamente.

Lascia un commento

Top