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Mimmo Lucano: un uomo innocente!

di Cinzia Santoro

“Quando la politica entra nelle aule di giustizia, la giustizia scappa inorridita dalla finestra.” Avvocato Pisapia in appello nel processo a un uomo innocente

“Eppure il vento soffia ancora
Spruzza l’acqua alle navi sulla prora
E sussurra canzoni tra le foglie
Bacia i fiori, li bacia e non li coglie.”

Oggi ascoltavo in radio questa meravigliosa lirica che Bartoli scrisse nel lontano 1976 . È sarà stato un caso che il testo mi abbia riportato a Riace, al suo vento e a Mimmo Lucano. Il processo d’appello, contro la vergognosa sentenza che in primo grado ha condannato a tredici anni e due mesi Mimmo Lucano, è ripreso in settimana e rinviato all’undici ottobre.
Bartoli mi ha fatto risentire il vento, quel vento che a Riace ha soffiato forte, spingendo negli anni 90 un barcone carico di umanità. Il vento di Riace e di un uomo che ha improntato la sua esistenza nell’amore verso il prossimo. Immagino Mimmo Lucano bambino, accogliere in casa gli zingari o i più indigenti del paese, lui ragazzino in quel paesino della Locride. E lo rivedo giovane uomo, correre sulla spiaggia verso altri uomini arrivati dal lontano Kurdistan, sulla spiaggia di Riace.

Mimmo Lucano
Al centro, Mimmo Lucano con alcuni sfollati

Corte d’appello, Lucano scrive:
“Come tutti gli esseri umani posso aver commesso degli errori, ma ho sempre agito con l’obiettivo e la volontà di aiutare i più deboli e di contribuire all’accoglienza e all’integrazione di bambini, donne e uomini che fuggivano dalla fame, dalla guerra, dalle torture”.  Lucano  racconta  del suo dolore per la campagna denigratoria che lo ha travolto e ha travolto il “modello” di accoglienza Riace, ma non demorde e da privato cittadino continua con grande dignità ad aiutate gli ultimi.
E l’avvocato Pisapia, che insieme all’avvocato D’Aqua lo difendono gratuitamente, in aula si rivolge alla Corte dicendo: “Quando la politica entra nelle aule di giustizia, la giustizia scappa inorridita dalla finestra. Per me è qualcosa di insuperabile: un conto è la giustizia e un conto è la politica. Devono avere ognuno i propri ruoli e non devono entrare nei ruoli altrui. La vostra sentenza sarà importante perché, specialmente in questo periodo in cui la situazione dei migranti è particolarmente difficile e complicata, avere tante Riace aiuterebbe a risolvere tanti problemi e a evitare situazioni drammatiche che un Paese come il nostro non dovrebbe guardare da lontano, ma dovrebbe essere capace di affrontare”. L’avvocato contesta il dolo nei reati a lui ascritti e soprattutto contesta la motivazione economica e politica. I conti di Mimmo Lucano sono vuoti e l’accusa non è riuscita a eliminare le debolezze del quadro probatorio. E lui stesso ha rifiutato la candidatura alle elezioni nazionali ed europee.
Oggi pur soffiando, il vento parla di politica dell’odio e del malaffare.
L’ Unione Europea sugli sbarchi ci mette non la faccia ma solo qualche centinaio di milioni di euro. Pagare per ridurre il flusso in realtà non risolve il problema che fomenta da decine di anni.
Sugli irregolari l’Unione Europea, può solo metterci un po’ di denaro, nemmeno tanto, visto che si parla di qualche centinaio di milioni di euro. Pagando per un po’ si riducono i flussi,  poi li lasciano ripartire.  Gli scafisti sono la manovalanza. I trafficanti non esistono. Si tratta di una economia parallela che produce lucrosi affari. La Von der Leyen mette il sigillo europeo alla svolta securitaria, centri di detenzione, in cambio dei voti   per la rielezione. In verità andrebbero chiamati campi di concentramento perché la qualità della vita nelle carceri di sicuro è migliore. I centri di accoglienza verrebbero edificati in provincia, lontano dalle grandi città. Salvini dopo e Minniti prima, hanno distrutto il modello di accoglienza diffusa nei piccoli centri, Riace era solo una delle tante realtà funzionanti. Ora, dopo lo sbarco, i migranti sono allo sbando più completo, senza identificazione certa e con relativi problemi di ordine pubblico, in realtà del tutto marginali. Cercano solo di scomparire e di attraversare le frontiere verso il nord Europa, visto che oltre il 90% non vuol restare in Italia. In realtà si ricollocano da soli, ed indiscriminatamente. Per questo l’Austria tira su muri.  l’Italia non è una meta ambita neppure per questa umanità in cerca di giustizia. È in tutto questo non una parola di chiarezza, ad iniziare dalle istituzioni dell’ Unione Europea che, sostanzialmente, se ne lavano le mani.
In questo paese dove il femminicidio è una piaga, l’omicidio stradale pure, la violenza ormai un must e gli assassini restano impuniti quasi sempre si dovrebbe auspicare la realizzazione di dieci, cento, mille Riace che potrebbero ridare speranza sia a chi arriva da lontano, che agli italiani, sempre più vessati dalle politiche scellerate del malaffare.
Aspettiamo la sentenza e l’assoluzione di un uomo innocente con la riflessione inerente a un’ intercettazione del processo Xenia tenuta lontana dall’aula del tribunale.
In quell’intercettazione, l’ispettore Del Giglio rivelava a Mimmo Lucano: ” Lo Stato non vuole il racconto della realtà di Riace.  L’obiettivo integrazione è soltanto una parola buttata là, personalmente Riace, al di là delle disfunzioni eventuali o delle anomalie amministrative, quindi della burocrazia, ha realizzato una realtà evidentemente ancora unica sul territorio nazionale. Dovete difenderla”.

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