Tre mesi d’orrore nella Striscia di Gaza: effetti del conflitto sulla salute psicofisica dei bambini e degli adulti Attualità Notizie dal Mondo 9 Gennaio 202413 Gennaio 2024 di Cinzia Santoro L’orrore nella Striscia di Gaza è indescrivibile e i traumi psicologici sono catastrofici sia per gli adulti coinvolti nel conflitto che nei bambini. Nel medio e lungo termine le conseguenze psicologiche e i rischi per la salute psicofisica dei palestinesi nella Striscia di Gaza, a seguito della continua aggressione israeliana sono incalcolabili. Paura, evitamento, anedonia e calo del tono dell’ umore sono la conseguenza dell’ aggressione militare senza tregua sulla popolazione. La guerra si riflette nei più piccoli generando gravi disturbi psicologici e traumi, con conseguenze sulla salute cognitiva, comportamentale e sociale. Paura dell’abbandono, disturbi dell’attenzione e problemi di concentrazione influiscono sulla possibilità di creare legami sicuri d’attaccamento, sullo sviluppo affettivo e nel tempo creano disturbi depressivi e somatici nei piccoli con senso di odio e di vendetta. Dal 7 ottobre, almeno un milione di sfollati palestinesi sono arrivati a Rafah, la città più meridionale di Gaza, dopo aver abbandonato ogni loro avere nella Striscia. Le case distrutte, la carenza di cibo, l’impossibilità di curarsi e l’instabilità gravano sui bambini lasciando segni indelebili nei loro animi. Shams, centro media palestinese per i diritti umani e la democrazia dichiara: “L’orrore nella Striscia di Gaza è indescrivibile e i disordini e i traumi psicologici sono catastrofici.” Il Centro media palestinese ha messo in guardia dalle future conseguenze psicologiche e dai rischi per i bambini palestinesi nella Striscia di Gaza a seguito della continua aggressione israeliana contro la Striscia, poiché tutto ciò si riflette nelle piccole vittime con gravi effetti psicologici e traumi sulla loro salute psicologica, cognitiva, comportamentale e sociale, sia adesso che nel medio e lungo termine. La Commissione per gli Affari dei Prigionieri e degli Ex-Detenuti ha reso noti i nomi di 51 detenute palestinesi nel carcere israeliano di Damoun, tra cui una donna anziana di 82 anni, numerose madri e giovani ragazze, sottolineando che il numero effettivo sicuramente supera quello riportato. La commissione ha confermato che le detenute subiscono quotidianamente abusi e umiliazioni e sono detenute in condizioni tragiche. La detenzione dei palestinesi in Isreaele è una forma di tortura che riguarda tutti i detenuti di Gaza, dei quali le istituzioni non sono state in grado di conoscere informazioni precise sul loro numero, sui luoghi di detenzione, sulla loro provenienza e sulle condizioni di salute, poiché l’occupazione continua a praticare contro di loro il reato di sparizione forzata. Ai funzionari delle istituzioni per i diritti umani e della Croce Rossa non è consentito incontrare i detenuti e conoscere le loro condizioni. Ma gli effetti disastrosi della guerra sulla psiche umana colpiscono anche i soldati israeliani. Il giornale Haaretz scrive che 90 soldati israeliani sono stati dimessi dal servizio a causa di problemi psicologici dall’inizio della guerra a Gaza. 1.600 soldati israeliani hanno sofferto di traumi di guerra e sintomi di stress dall’inizio della guerra a Gaza. 3.000 hanno contattato il numero verde per la salute mentale dall’inizio della guerra a Gaza. Il Ministero della Guerra ha previsto che più di 12.000 soldati rimarranno permanentemente disabili a causa della guerra a Gaza. In Israele le farmacie rivelano un aumento significativo nel consumo di farmaci per dormire. Tra i soldati feriti ci sono quelli che sono tornati in Israele con gravi ferite che hanno comportato delle disabilità permanenti, come il soldato israeliano Elisha Madin, che ha perso le gambe nella guerra. Elisha è il figlio del rabbino Yaakov Madin, che nei giorni successivi al 7 ottobre incitava i soldati al rapimento delle donne palestinesi a Gaza. Biden strappa a Netanyahu gli aiuti per Gaza, mentre la strage in ospedale infiamma il Medio Oriente. Elisha Madin è l’unico sopravvissuto del suo gruppo di paracadutisti decimato dall’esplosione di un ordigno. L’orrore non conosce limiti e gli esseri umani coinvolti continuano a soffrire solo perché il governo di Netanyahu ha deciso di continuare ad espandere gli insediamenti dei coloni in terra palestinese. Si lavora senza sosta come per l’insediamento di Nof Zion sulle terre della città di Jabal Mukaber, a sud di Gerusalemme. All’inizio dello scorso anno, il governo israeliano ha approvato l’espansione di quell’insediamento di 100 unità abitative e 257 camere d’albergo, collegandolo all’insediamento di Armon Hanatziv, rendendo Nof Zion il più grande insediamento nel cuore di un quartiere palestinese all’interno di Gerusalemme. Intanto il conflitto continua.