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No alla violenza sulla Salis aldilà di ogni appartenenza politica

di Anna Gomes

In un Europa che si rispetti, in uno Stato, l’Ungheria, che si rispetti, non possiamo accettare da Europei ed Europeisti quali siamo, la violenza che si sta usando nei confronti dell’italiana Ilaria Salis, imprigionata proprio in Ungheria.


Vedere un uomo o una donna legata mani e piedi con catenacci pesanti, non fa parte della nostra civiltà. Aldilà delle polemiche scoppiate tra destra e sinistra sulle intenzioni ed atteggiamenti anti-fascisti o anti-nazisti della ragazza, non si possono tollerare queste torture.
Ci auguriamo che il governo della Meloni, possa almeno rendere la prigionia (inevitabile a quanto pare ) della ragazza italiana, meno dolorosa e violenta. Il padre della giovane donna, Roberto Salis si sente abbandonato dallo Stato Italiano e chiede i domiciliari In Italia o altre soluzioni per la figlia, dichiarando “In quel carcere lì, si può anche morire”.

Presidio per Ilaria Salis, organizzato dall’associazione ‘I Sentinelli’ ha raccolto alcune centinaia di persone a Milano sotto la Loggia della piazza dei Mercanti nella mattinata di sabato 10 febbraio.

Nel frattempo i nostri ministri Nordio e Tajani sono tuttora impegnati nella difesa dei diritti della ragazza anche se non si prevede una soluzione immediata. Intanto è stato occupato il consolato ungherese di Venezia in segno di protesta. Ieri il presidio per Ilaria Salis, organizzato dall’associazione ‘I Sentinelli’ che ha raccolto alcune centinaia di persone a Milano sotto la Loggia della piazza dei Mercanti. Hanno aderito molte associazioni e alcuni partiti politici. Ci si chiede in questi mesi l’ambasciatore italiano in Ungheria cosa ha fatto. 

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