di Clelia Conte

Massimo Giletti ha condotto per quattro ore su Rai uno, lo speciale dedicato ai 70 anni della tv italiana, mercoledì 28 febbraio in prima serata  con Renzo Arbore e Pippo Baudo, colonne portanti con i quali hanno sbrogliato un po’ di storia della televisione. Ospiti Antonella Clerici, Paolo Bonolis, Carlo Conti, Fiorello, Amadeus e Bruno Vespa. Il giornalista è tornato in Rai in veste di schowman.

Ma la serata è stata davvero all’altezza di celebrare i 70 anni della televisione? Ci aspettavamo un racconto ma mancava proprio quel filo conduttore della storia che ci avrebbe fatto percorrere tutte le tappe e l’evolversi in positivo e in negativo della “scatola magica”. Eppure 2 milioni e ½ di  di share non sono per niente pochi.

Ma poi, è stato davvero atteso il ritorno in Rai del conduttore? La storia della televisione e ricca di volti e di eventi ma sono stati visti solo accenni frettolosi a personaggi come Enzo Biagi e Sergio Zavoli. Ottima la presenza di Pippo Baudo ma la parata di Mediaset ha avuto troppo spazio. Con Bonolis, il re del kitsch, con Maria de Filippi che è la moglie del grande Maurizio Costanzo; ci si chiede il perché dare tanta visibilità alla concorrenza? Sono stati riportati degli episodi inutili come ad esempio la caduta di Gerry Scotti a Striscia la notizia, che non è un fatto eclatante o memorabile della TV!

A questo punto meglio fare più eventi e raccontare piuttosto che costruire una trasmissione che non ha convinto nessuno.

Un altro punto: Amadeus non farà Sanremo ma perché il Massimo in questione ha fatto capire che la Clerici e Bonolis potrebbero prendere il suo posto? Forse i giochi sono già fatti? Certo è che a parte qualche nota gradevole, il format ha deluso molti spettatori che si aspettavano meno politica.

Nonostante le critiche antecedenti al programma mi è sembrato una festa autoreferenziale per il ritorno di Giletti più che una commemorazione. Lui va bene come giornalista, anche se ha le sue pecche, ma non come schow man.