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Bari: dal vaso di Pandora della Dda veleni sulla prossima campagna elettorale

di Michele Macelletti

Peggio di così non poteva proprio iniziare. Cosa? La campagna elettorale per le prossime elezioni comunali di Bari. 

Antonio Decaro sindaco di Bari

Prima vi è stata la questione a lungo rivendicata, ma poi naufragata in Parlamento, sulla possibilità di un terzo mandato al sindaco uscente. Richiesta legittima da parte del sindaco più amato dai baresi ma apparsa ad altri come una “pretesa” o un atto di dovuta riconoscenza nei suoi confronti. A giudizio di molti sostenitori del primo cittadino, dieci anni non sono stati sufficienti a completare il buon lavoro iniziato. E’ comprensibile che per cambiare Bari di tempo ce ne vuole, ma forse si esagera un po’. In fondo, a Roosevelt ne occorsero anche di meno per fare una cosa chiamata tipo il New Deal che con le dovute proporzioni dovrebbe far riflettere più di qualcuno, poi per carità, sempre di imprese ciclopiche si tratta.

A far da cornice all’inconsolabile sindaco, si è consumata la tragicommedia sul nome più degno da proporre come suo legittimo e fidato successore. Una lunga telenovelas, tutta interna al centrosinistra, che ha tenuto tutti col fiato sospeso, compreso il campo avversario. Il livello del confronto politico è stato più o meno il seguente: “Questo si, questo no, quest’altro mai, questo forse…Tu? Mai! Ma perché? Perché io so’ io e tu no!” Che politicamente è già tutto programma elettorale.

Vito Leccese e Michele Laforgia (PD)

Incoronato finalmente il delfino ufficiale, lo scontro si si spostato sulle regole del duello con l’altro sfidante diciamo…”unofficial”. Che pur avendo il merito di essere coraggiosamente sceso in campo per primo, sconta la colpa di essersi autoproclamato contro i “desiderata” dell’attuale maggioranza del Palazzo di Città . E questo non si può. Non si sa bene il perché, ma non si può. Bisogna prima fare le “Primarie”. Quelle che liberamente e democraticamente “investono” sul serio, e infatti si è visto poi con quali modalità.

Nel bel mezzo della diatriba ” primarie” si, “primarie” no, “Unitarie” forse, ma con quali regole, è deflagrata una bomba i cui effetti sono devastanti. La clamorosa inchiesta della Dda, con gli arresti eccellenti che tutti conosciamo, ha disvelato gli scenari inquietanti che hanno caratterizzato la vita politica cittadina degli ultimi quindici anni. Le ipotesi investigative, se confermate in sede processuale, lasciano l’amaro in bocca a chi ha creduto che Bari si fosse davvero liberata dai tentacoli della piovra dei clan criminali.

I presunti scambi di favori e voti tra criminalità e politici per garantirsi elezioni, le assunzioni clientelari e l’occupazione criminale di fatto di una azienda municipalizzata come L’AMTAB, sono uno schiaffo alla legalità. Quella legalità tanto sbandierata a parole ma poi negata nei fatti così come appare disvelata dalle indagini.

tribunale penale-bari

In quanto agli arrestati, che sino a prova contraria sono innocenti sino all’ultimo grado di giudizio, è iniziata la consueta corsa al linciaggio mediatico. Arrestati che ora nessuno dice di aver mai conosciuto in vita sua. Infatti, pare che nella politica barese, prevalga una strana e inspiegabile consuetudine. Dapprima si accettano i voti, i consensi, i cambi di casacca, gli appoggi in maggioranza e poi si nominano, si premiamo con incarichi istituzionali o posti nei CDA delle municipalizzate.

Poi all’improvviso, così di botto, dopo un’inchiesta, un avviso di garanzia o un arresto… Non si conosce più nessuno! Si va dal: “Io l’ho sempre sospettato” al “Mai visto e sentito in vita mia!”. Peggio ancora sono coloro che pur avendoli “conosciuti politicamente” se ne escono con la frase di rito: “Non potevo sapere…”. Frase per la quale un qualsiasi amministratore è passibile di “culpa in vigilando”.

Lolita Lobosco. Alle spalle il lungomare di Bari-

Dunque, la Procura di Bari ha scoperchiato un bel vaso di Pandora da cui molto altro potrà fuoriuscire ancora. E sarà inevitabile che ogni ulteriore rivelazione investigativa contribuirà ad aumentare il livello dei veleni della campagna elettorale. Che era iniziata male e forse rischia di finire peggio. Ai cittadini baresi, illusi o disillusi, non resta che consolarsi con la Bari da fiction, quella in cui si vede una città bella, solare, mediterranea, fatta di gente laboriosa, felice delle sue tradizioni e con la bella vicequestore Lolita Lobosco sullo sfondo di un “lungo mare” ancora tutto da indagare.

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