“A Gaza è così: restare in vita è una lotta” Notizie dal Mondo 2 Giugno 20242 Giugno 2024 Dichiarazione di Stefano di Carlo direttore generale di Medici Senza Frontiere Poche decisioni sono più difficili di abbandonare un ospedale, ma è quello che siamo stati costretti a fare in questi giorni, per la dodicesima volta, a Gaza. L’ospedale da campo indonesiano di Rafah non era più sicuro. Là fornivamo assistenza post-operatoria ai feriti di guerra, medicazioni e fisioterapia: 60 posti letto, circa 35 interventi a settimana in sala operatoria e circa 130 consultazioni al giorno. Ora basta. Tutto finito. Abbiamo trasferito i pazienti in altre strutture. Nel frattempo siamo tornati all’ospedale Nasser di Khan Younis. Una bella notizia. Lo avevamo lasciato a metà febbraio dopo che una granata aveva colpito il reparto di ortopedia e le forze israeliane avevano ordinato l’evacuazione della struttura prima di fare irruzione. Attaccano le strutture sanitarie, ci ordinano di evacuare. Noi ci spostiamo, apriamo altri presidi sanitari, pratichiamo quella che potremmo chiamare resistenza umanitaria. La situazione è drammatica. Lavoriamo senza sosta, personale palestinese e internazionale, gomito a gomito per salvare vite umane. Così Stefano di Carlo direttore generale di Medici Senza Frontiere che invita a guardare il video della volontaria Martina Marchio’.