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50° Festival della Valle d’Itria: Festival Domenico Fazio su “Schopenhauer, la Norma di Bellini ed altre meno note relazioni”

Venerdì 14 giugno ore 19 all’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca, appuntamento con il prof. Domenico Fazio su “Schopenhauer, la Norma di Bellini ed altre meno note relazioni”.

Prosegue il cartellone di “Mettiamoci all’opera”, ciclo di incontri che introducono al 50° Festival della Valle d’Itria.

ingresso libero

Proseguono a Martina Franca gli appuntamenti, a ingresso gratuito, di “Mettiamoci all’opera”, incontri, proiezioni e giornate di studio a cura della per Fondazione Paolo Grassi per approfondire le opere e gli autori del 50° Festival della Valle d’Itria: Norma di Vincenzo Bellini, Aladino e la lampada magica di Nino Rota, Ariodante di Georg Friedrich Händel.

Venerdì 14 giugno ore 19 all’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi, il prof. Domenico Fazio, ordinario di Storia della Filosofia all’Università del Salento e presidente della sezione italiana della Schopenauer-Gesellschaft, terrà l’incontro dal titolo Schopenhauer, la “Norma” di Bellini ed altre meno note relazioni, dedicato appunto al titolo inaugurale del 50° Festival della Valle d’Itria.

Arthur Schopenhauer è il filosofo dell’Ottocento che più di ogni altro ha esaltato la musica, ponendola al culmine della gerarchia delle arti e attribuendole addirittura un significato metafisico. Flautista dilettante, fu soprattutto un ammiratore di Mozart e di Rossini ma, in una pagina della seconda edizione del suo capolavoro, Il mondo come volontà e rappresentazione, pubblicata nel 1844, si espresse in modo molto lusinghiero nei confronti della Norma di Bellini.

Al giudizio di Schopenhauer si ricollega esplicitamente il suo discepolo ribelle Friedrich Nietzsche, in un frammento poco noto del 1871, e un giovane Richard Wagner che nel 1837, prima ancora di leggere il testo del filosofo, trovò per Norma accenti non dissimili. Ancora nel 1872, sempre Wagner disse che «Bellini ha avuto delle melodie, che non se ne potrebbero sognare di più belle». Del capolavoro belliniano, Wagner subì l’influsso nella composizione del Tannhäuser e nel Liebestod della sua opera più ispirata dalla filosofia di Schopenhauer: Tristano e Isotta.

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