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Martina Franca Riace on the road, assaporando l’autenticità della Calabria. Mimmo Lucano pronto a ripartire con il modello Riace anche in Europa.

di Cinzia Santoro

Tutto ha inizio con il cellulare che squilla. Angela Di Leo, attivista e sostenitrice del modello Riace mi chiama, chiedendomi se sarei stata in Calabria per la festa organizzata per l’elezione di Mimmo Lucano a sindaco di Riace ed europarlamentare.  Nello stesso momento, io pensavo che sarebbe stato meraviglioso essere in quel piccolo paese di Calabria dove molto è avvenuto, per partecipare alla gioia dei circa 180 mila elettori di quell’uomo giusto. Allora ho deciso di accettare l’invito dell’amica Angela e affrontare lungo e complicato viaggio per raggiungere Riace. Ci accordiamo di incontrarci per giovedì 12 giugno a Martina Franca, visto la mia reticenza alla guida e l’impossibilità di circolare con l’auto nella mia città il venerdì, per la presenza del G7.

Cinzia Santoro e Mimmo Lucano a Riace

Prima tappa Rocca Imperiale, paese del cosentino abbarbicato su un colle dei contrafforti appenninici e affacciato sul mar Jonio. Ci accoglie uno splendido tramonto ad ammontare di magia le casupole del centro antico e l’austera facciata della chiesa madre, la banda musicale, il vociare delle genti scese in piazza e l’odore tipico della brace per la festa di Sant’ Antonio. Si respira aria di paese e, tra le grida dei più piccoli, i discorsi degli adulti sull’elezione del sindaco, mentre gusto un ottimo panino con la salsiccia e le melanzane sott’olio. Amo viaggiare e respirare gli umori dei luoghi che mi ospitano e viverne l’atmosfera. Qui a Rocca Imperiale è la mia seconda volta, mi sento già a casa. L’indomani, Angela mi accompagna alla scoperta dell’agro, centinaia di alberi di limoni appaiono dopo aver attraversato il greto asciutto del fiume. Il profumo dei giardini di limoni mi inebria e mi regala emozioni che porterò per sempre con me. Che bella la terra e i suoi frutti, la gente operosa nei campi a tramandare i saperi degli avi. È il sud, il nostro silenzioso e prezioso sud. E mentre discorriamo sul senso della vita mi rendo conto della forza delle donne quando decidono di intraprendere il viaggio qualunque esso sia. A pranzo una pasta con il pesce spada, i capperi e le melanzane ci dà la giusta energia per ripartire e arrivare a Vibo Valentia, 270 km da percorrere sotto il sole caldo della Calabria. Siamo sul Tirreno di Tropea, Pizzo e Ricadi località marine che accolgono ogni anno migliaia di turisti. Noi raggiungiamo un piccolo gioiello culturale, la libreria indipendente Cuori d’inchiostro dove le due deliziose proprietarie ci accolgono durante la presentazione del libro Evasioni d’amore di Santo Gioffrè, autore calabrese di Artemisia Sanchez, (ed. Mondatori, 2008) da cui la RAI ha tratto l’omonima fiction e del romanzo Fadia (ed. Lit Edizioni 2022). Gremita la sala e partecipata la discussione sulle memorie di un tempo lontano di accadimenti storici e personali dello scrittore. Si respira la Calabria autentica e sofferente. A sera siamo ospiti a cena di una famiglia di musicisti e cantanti lirici. Buon cibo e ospitalità. La notte a Seminara, ci attende una casa antica recentemente ristrutturata dove il grande camino sapientemente recuperato e le maschere apotropaiche in ceramica tipica attraggono la mia attenzione. Bocche urlanti, occhi sgranati, baffi e corna contro le negatività e colori incredibili. Al mattino dopo aver gustato una dolcissima colazione, lo scrittore Gioffrè ci accompagna nei luoghi della sua infanzia. Visitiamo una chiesa ortodossa da lui edificata nei terreni che furono di suo padre dinnanzi alla casa di famiglia ora abitata da un monaco ortodosso. Un angolo di paradiso, un punto d’incontro tra oriente e occidente visto la presenza di una chiesa cattolica a pochi passi. Santo Gioffrè è un pezzo di storia calabrese e anche italiana di un tempo remoto, quando i giovani sognarono una rivoluzione culturale e non solo, per il nostro paese. Lo salutiamo con la promessa di rivederci per approfondire la sua incredibile storia umana.

Mimmo Lucano- Riace

Si riparte e questa volta per Riace, 86 km passando dalla Ss682 alla Ss 106 jonica, attraversando l’Aspromonte, verde e rigoglioso e respirando l’aria frizzante dei suoi monti. Calabria, luogo di terre e genti diverse con una storia da raccontare. Angela guida sicura e mi parla di Vito Teti, della restanza e di quella parte dei calabresi che hanno fatto del duro lavoro nella propria terra un grande valore. E penso a Mimmo Lucano, al modello Riace, al sogno e alla persecuzione giudiziaria di questi anni che il sindaco del piccolo paese della Locride ha subito ingiustamente. L’arrivo nel paese dell’accoglienza mi elettrizza, negli ultimi chilometri siamo in compagnia dell’amico Cleo, uomo generoso e compagno di idee che dopo un pranzo gustoso ci fa finalmente arrivare a Riace. Nella piazza, da cui si gode un incredibile panorama sul mare cristallino, ci sono decine di donne e uomini, giunti da ogni parte d’Italia. Un tripudio di magliette colorate, di abbracci e di sorrisi gioiosi nel ritrovarsi lì per festeggiare. Si respira un’atmosfera serena mentre arriva Mimmo Lucano, accompagnato da Peppino Lavorato, uomo e politico di grande valore e oratore straordinario che da quella piazza ci conquisterà ancora una volta con un discorso di grandissimo valore sociale e politico. Accanto a loro, Agazio Loiero ex presidente della Regione Calabria e sostenitore del modello di accoglienza Riace e il filosofo e antropologo Vito Teti. Mimmo Lucano visibilmente emozionato ringrazia chi ha creduto nella sua innocenza e chi l’ho ha sostenuto durante gli anni dei processi, chi lo ha votato al Parlamento europeo e al comune di Riace.

Parla il sindaco di Riace alla folla numerosa e attenta:

“In una assemblea molto partecipata organizzata qualche tempo fa dalla CGIL ho spiegato che il mandante della mia vicenda giudiziaria è stato il teorema del neoliberismo. I suoi sostenitori dovevano assolutamente condannare e far saltare Riace, un piccolo borgo di Calabria che aveva dimostrato al mondo, partendo dall’esperienza delle comunità agro pastorali dove non c’è chiave all’uscio, che le relazioni umane si fondano sulla fierezza dell’incontro e non sulla paura dell’altro, che si poteva fare un nuovo genere di accoglienza. Io da quel comportamento rurale che insegnava ad accogliere il viandante, ho imparato e mi sono ispirato per realizzare il modello d’accoglienza del mio paese di cui ero sindaco. Il modello Riace nasce così e per me, oggi è straordinario pensare che un uomo semplice come me e una donna come Ilaria Salis, testimoni di un ideale di fratellanza, di giustizia sociale, di uguaglianza abbiano vinto contro Orban, contro Salvini, contro le destre che rappresentano un’altra dimensione della società.

Riace

 I risultati europei hanno evidenziato un dato importante, rappresentando la sinistra oltre il Pd. Quest’ultimo è un partito che non soddisfa le nostre istanze per quanto riguarda la corsa agli armamenti, l’invio delle armi nei territori di guerra e l’apertura verso il neoliberismo, quindi l’apertura verso il libero mercato. Invece il mio ideale politico è quello di chi ogni giorno si batte per il rispetto dei diritti umani dando voce a una parte della società che altrimenti resterebbe muta. Accoglienza, antimafia, militanza attiva sono i punti del mio impegno politico da sempre. Io mi sono candidato come indipendente, non ho tessera di alcun partito perché l’unica tessera è quella del cuore, è la tessera della sinistra militante. Io rappresento la sinistra di Peppe Valerioti, di Peppino Impastato, di Pino Pinelli, del quale ho incontrato a Milano, la figlia Claudia e di Peppino Lavorato. Lui è testimone vivente di questa connessione che trasforma gli ideali da un punto di vista emozionale, ideali che ti prendono al tal punto da sentire il bisogno di realizzarli. Sono orgoglioso del 7% dei voti presi per l’Europa e mi ha fatto piacere quando a Bologna, Frantoiani ha detto che nel risultato eccellente c’era qualcosa di mio. E pensare che qualcuno disse che rappresento uno zero. Ora sono fortemente motivato Vincere ora in Europa è un segno. Il successo della destra è la conseguenza dell’aspetto mediatico in funzione del potere politico. È questo che fanno le destre, manipolano l’informazione. Con il berlusconismo è nata la dittatura dell’informazione che continua tutt’oggi. E l’elezione a sindaco di Riace è una soddisfazione ancora più grande per me, per quanto riguarda il messaggio dal punto di vista politico. Salvini a Riace aveva esultato perché per quelli come lui non può esistere l’accoglienza, l’identità dei luoghi che da sempre è legata all’accoglienza. Riace è stata importante perché ha trasmesso una speranza alle istanze politiche della sinistra. La destra non ha altre soluzioni se non ciò che è accaduto a Cutro. 94 persone che potevano essere salvate sono state lasciate morire in mare e mentre lo Jonio restituiva i corpi dei bambini morti tra le onde, qualcuno parlava di carico residuale e altri festeggiavano un compleanno. E ripensando alle parole di Salvini che mi ha definito uno zero voglio dire che mi riconosco e continuerò ad essere sempre me stesso a disposizione dei più deboli”.

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