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Il Comitato anti-tortura (CPT) del Consiglio d’Europa ha emesso una dichiarazione pubblica sull’Azerbaigian

Logo del Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT)
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa a Strasburgo, ha rilasciato una dichiarazione pubblica, riguardo l’incessante mancanza di cooperazione con lo stesso CPT da parte delle sue autorità. Questa dichiarazione è stata emessa in applicazione dell’articolo 10 della Convenzione che istituisce il Comitato:” Se la parte non coopera o rifiuta di migliorare la situazione in base alle raccomandazioni del Comitato, esso può decidere a maggioranza di 2/3 dei suoi membri, dopo che la parte abbia avuto la possibilità di fornire delle spiegazioni, di effettuare una dichiarazione pubblica a tale proposito”.

Il motivo che ha portato il Comitato alla decisione eccezionale di emettere una dichiarazione pubblica risiede nel rifiuto delle autorità dell’Azerbaigian di cooperare con il CPT, dopo vari tentativi di poter instaurare un dialogo costruttivo con la controparte azerbaigiana, sulle questioni che sono al centro della stessa ragion d’essere del Comitato.

Il CPT ha spiegato che continua a ricevere accuse di gravi atti di maltrattamenti e di tortura da parte di agenti di polizia; tuttavia, il ministero degli affari interni dell’Azerbaigian non ha voluto intraprendere nessuna iniziativa per attuare le raccomandazioni del Comitato e porre fine a queste pratiche. Inoltre, non si è ricevuta alcuna risposta alle lettere del suo Presidente, che chiedeva di poter promuovere il dialogo attraverso colloqui ad alto livello a Baku o anche dopo la notifica di una visita alle autorità azerbaigiane. Appare ancora più preoccupante il fatto che le informazioni ricevute lasciano intendere che la sicurezza dei membri della delegazione del Comitato in visita potrebbero essere minacciate. Questa è una violazione senza precedenti.

Sede del Consiglio d'Europa a Strasburgo
Sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo

Dunque, data la gravità delle questioni il gioco, tra cui possibili maltrattamenti da parte di funzionari delle forze dell’ordine nei confronti di detenuti, il CPT ha inoltre deciso di pubblicare il rapporto sulla visita ad hoc del 2022 in Azerbaigian, come allegato alla dichiarazione pubblica.

La speranza è che questa mancata collaborazione e cooperazione non porti ad una rottura permanente dei rapporti con le autorità azerbaigiane. Infatti, il CPT è pronto a sostenere le autorità affinché adottino delle misure decisive per sostenere i valori fondamentali che l’Azerbaigian, come Stato membro del Consiglio d’Europa, ha sottoscritto. Nell’adempimento del suo mandato, il Comitato si è impegnato a perseguire un dialogo con le autorità azerbaigiane per raggiungere questo scopo.

Nell’aprile 2024 il CPT aveva annunciato, nell’ambito del programma di visite periodiche 2025, di voler esaminare il trattamento delle persone private della libertà in 8 paesi: Azerbaigian, Belgio, Germania, Grecia, Liechtenstein, Montenegro, Romania e Spagna.

Logo del Comitato per la Prevenzione delle Torture
Logo del Comitato per la Prevenzione delle Torture

Ricordiamo che il CPT, nato nel 1989, è un organismo di monitoraggio indipendente e specializzato del Consiglio d’Europa ed è composto da esperti indipendenti e imparziali, come avvocati, medici e specialisti in questioni carcerarie o di polizia. Il Comitato non fa parte dell’Unione Europea ma appartiene al Consiglio d’Europa, ma la stessa UE spesso fa riferimento alle sue osservazioni e raccomandazioni durante i contatti sia con gli Stati membri che con quelli non membri. Il suo scopo è quello di visitare i luoghi di detenzione (prigioni, centri di detenzione minorile e per immigrati, ospedali psichiatrici), per vedere come vengono trattate le persone private della libertà, con accesso illimitato a questi luoghi senza alcuna restrizione.

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