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A Yerevan il Festival Internazionale del Cinema “Golden Apricot”

Cerimonia inaugurale del festival
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Atom Egoyan durante la cerimonia di apertura
Atom Egoyan durante la cerimonia di apertura

A Yerevan è in corso il Golden Apricot International Film Festival, dal 7 al 14 luglio 2024. Durante la cerimonia di apertura del Festival, tenutasi presso il complesso sportivo e concertistico Karen Demirchyan, è stato proiettato il nuovo film del regista canadese di origini armene Atom Egoyan Seven Veils”, che è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival del 2023. Durante un’intervista al regista, egli ha rivelato che è difficile parlare della trama del film (una rivisitazione dell’opera Salome di Richard Strauss) che “simboleggia il desiderio, il sogno, la forza. Viviamo in tempi molto difficili, a volte non tutto ciò che vogliamo è necessario”. Egoyan, che già 12 anni fa aveva partecipato al Golden Apricot, ha confermando l’eccezionalità del Festival per il paese armeno, che anche in questi tempi difficili riesce a radunare attorno a sé personalità di spicco che vogliono preservare la cultura. Egoyan si è ritrovato nella capitale armena nella giornata dei festeggiamenti per la Costituzione e in occasione del Vardavar, la festa dell’acqua che trae le sue origini dai tempi precristiani e simboleggia la Trasfigurazione, l’antica abitudine di lavarsi con l’acqua di rose come gesto di purificazione.

Il XXI Festival del cinema presenterà al pubblico nel suo programma i film competitivi provenienti da diversi paesi e dai Festival più autorevoli quali Cannes, Berlino e altri. Le proiezioni si stanno svolgendo alla Casa del cinema, al Teatro Malyan e al Cinema di Mosca. Inoltre, il Festival ricorderà il centenario di due grandi personaggi: Charles Aznavour e Sergei Parajanov.

Tra gli ospiti di quest’anno sono presenti: il regista due volte premio Oscar Alexander Payne; il regista Tarsem Singh, considerato l’ambasciatore di Parajanov; Atom Egoyan, ambasciatore armeno nel mondo del cinema come regista e attore di teatro e cinema; Jafar Panahi, regista iraniano che dopo 14 anni di arresti domiciliari e reclusione  sarà per la prima volta al festival; il premio Oscar Kevin Spacey. Durante l’intervista e l’incontro con i fan il 9 luglio, Spacey ha ricordato di sentirsi fortunato per aver avuto l’opportunità di trascorrere la sua vita nel teatro e nel cinema, raccontando storie.

Il premio Oscar Kevin Spacey presente al Festival
Il premio Oscar Kevin Spacey presente al Festival

La passione per il cinema ha portato alla Fondazione del Golden Apricot Yerevan International Film Festival nel 2004, un sogno realizzato dalla mente di tre persone: Harutyun Khachatryan, regista e direttore generale del festival, Mikayel Stamboltsyan, critico cinematografico e direttore del programma, Susanna Harutyunyan, critico cinematografico e direttore artistico. Oggi la direttrice artistica è Karen Avetisyan. Il nome del Festival si riferisce all’albicocca, un frutto originario dell’Armenia, il cui nome latino è ”prunus armeniaca” che si traduce in prugna armena. È uno dei simboli popolari del paese, ed il suo colore si trova persino sulla bandiera nazionale tricolore armena.

La nascita del Festival non è casuale ma deriva da un’esigenza culturale, in quanto sin dal 1991 il cinema armeno ha avuto grande risonanza nei Festival internazionali e nelle mostre retrospettive a Parigi, a Montreal, a Bologna. Per cui ad un certo punto appare ovvio che l’Armenia avesse bisogno di un proprio Festival Cinematografico Internazionale, il cui tema riprende il crocevia di culture e civiltà.

L’Armenia nei secoli ha rappresentato un incrocio di culture e civiltà, in quanto da sempre è un punto di confluenza a livello geopolitico per forze in contrapposizione. Ma proprio questa sua situazione ha prodotto una ricca civiltà con un patrimonio artistico e culturale inestimabile. Per questo lo slogan del GAIFF, l’obiettivo è quello di costruire ponti e promuovere il dialogo tra culture diverse, accogliendo film che rappresentano diversi gruppi etnici e religiosi. 

Logo dell'Apricot Festival
Logo dell’Apricot Festival

Yerevan, in quanto capitale, rappresenta una città in continua e frenetica evoluzione, dove il GAIFF è diventato la destinazione per registi che promuovono i valori della pace e dell’armonia culturale. I film vengono rappresentati in due sezioni: lungometraggi e documentari, dove il Golden Apricot e il Silver Apricot vengono assegnati in ogni categoria.

L’Armenian Panorama è la sezione competitiva pan-armena del Festival, per film prodotti da registi di origine armena; il Festival ha anche tre sezioni fuori competizione Non-competitive, Retrospective e Tribute.

Tanti sono gli ospiti d’onore che in questi anni sono stati ospitati dal Festival; tra essi ricordiamo Marco Bellocchio, Wim Wenders, Claudia Cardinale, Fanny Ardant, Alain Terzian, Alexander Sokurov, Jafar Pahani, Lee Chang Dong.

La giuria di quest’anno per il concorso internazionale è composta da Alexander Payne, regista (USA), Peter Scarlet, romanziere-critico letterario ed ex direttore della cineteca francese (Francia), Krikor Beledian, letterato armeno (Francia), Alessandria Bombach, documentarista (USA), Jaime Noguera, attore e sceneggiatore (Spagna).

Sette degli undici titoli in concorso sono produzioni e co- produzioni europee: April in France, di David Boaretto (Francia), Légua di Filippa Reis (Portogallo), Solitude di Ninna Pàlmadottir (Islanda/Slovacchia/Francia), Paradise is Burning di Mika Gustafson (Svezia/Italia/Danimarca Finlandia), Xoftex di Noaz Deshe (Germania), Bogdanas longs to stay di Marat Sargsyan (Lituania), e Il Vangelo secondo Ciretta di Caroline von der Tann (Italia/Germania).

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