di Cinzia Santoro

Le immagini del suo arresto hanno fatto il giro del mondo e l’avvocata è stata accusata di aver messo in pericolo la sicurezza pubblica e incitato all’odio, ai sensi del decreto 54 , considerato liberticida dall’opposizione, promulgato dal presidente tunisino Kaïs Saïed nel 2022.

A nulla sono valse le rimostranze del Il presidente della sezione dell’Ordine degli avvocati di Tunisi, che ha reagito chiedendone il rilascio immediato e annunciando uno sciopero degli avvocati. Anche il canale d’informazione pubblica France 24 ha condannato fermamente “questo ostacolo alla libertà di stampa e questo intervento brutale e intimidatorio della polizia che impedisce ai suoi giornalisti di esercitare la loro professione”.

France 24 ha fortemente protestato, in un comunicato stampa, contro l’atteggiamento degli agenti di polizia incappucciati che, secondo quanto riferito, si sono diretti verso il team televisivo intimando loro di chiudere la telecamera.

L’avvocata Dahmani prima di essere arrestata, stava spiegando alla stampa di essersi rifiutata di comparire in tribunale perché all’oscuro delle ragioni di questa convocazione. A causa della sua mancata comparizione il giudice istruttore incaricato del caso ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti.

Il presidente Saïed ha dichiarato all’indomani: “Quelli che denigrano il loro paese nei media … non possono restare impuniti e dovranno renderne conto”.

Sonia Dahmani è attualmente detenuta arbitrariamente in un carcere di Tunisi condannata a un anno di prigione. L’avvocato della donna, Sami Ben Ghazi, ha dichiarato che la sentenza è stata emessa il 10 luglio ai sensi del decreto 54 sulla lotta contro i crimini legati ai sistemi di informazione e comunicazione. La difesa ha sottolineando che Dahmani è sotto indagine per altri quattro casi: il secondo e il terzo riguardano le dichiarazioni rilasciate alle radio private “Ifm” e “Carthage+” contro il razzismo in Tunisia. Il quarto caso invece riguarda le critiche all’operato di alcuni ministri, mentre il quinto i commenti sulle condizioni delle carceri nel Paese nordafricano. Durante la seduta di venerdì, la difesa ha chiesto che le accuse venissero ritirate «perché il fatto non sussiste», ha detto Ben Ghazi.