Troppo rumore per nulla: ancora un flop della Lega di Salvini & Co Attualità 26 Luglio 202426 Luglio 2024 di Cinzia Santoro Troppo rumore per nulla per la Lega di Salvini, che la settimana scorsa aveva presentato il disegno di legge, depositato dal senatore Manfredi Potente, per la tutela della lingua italiana rispetto alla differenza di genere, che in sostanza avrebbe dovuto vietare l’uso al femminile dei titoli negli atti pubblici con pena fino a 5000 euro per i trasgressori. Un testo intriso di misoginia, ignoranza e subcultura patriarcale che lo stesso partito del Carroccio, dopo aver colto segnali di forte dissenso, ha di fatto ritirato prendendone le distanze. In realtà la Lega ha precisato che la proposta del senatore Manfredi Potenti è un’iniziativa del tutto personale e gli stessi vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non lo condividono e quanto riportato nel testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega. Le opposizioni si sono schierate contro il Ddl che è apparso un distillato di stupidità e ignoranza così come lo ha definito Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo che ha affermato: “Vogliono cancellare l’esistenza delle donne dalle professioni, impedendo per legge la declinazione. Con tanto di multa fino a 5.000 euro per punire chi, negli atti pubblici, usa correttamente la lingua italiana declinando ruoli e cariche al femminile. Un distillato di stupidità, ignoranza e misoginia. Solo la Lega di Salvini e Vannacci poteva arrivare a tanto”. Più di 70 tra senatori e senatrici hanno chiesto il ritiro immediato del Ddl. “Ne siamo ovviamente contenti, ma a tutte e tutti dico: non sottovalutiamo il problema. È stato un fatto grave, non un’iniziativa ridicola o antistorica. Pensare che la declinazione femminile di nomi istituzionali o professionali corrompa la lingua italiana e per questo prevedere anche multe salate rivela un pensiero ben preciso: e cioè che le donne nella vita pubblica siano un orpello da cancellare. Non abbassiamo la guardia, perché è dal linguaggio che parte il cambiamento”, ha dichiarato la senatrice Valente. Manfredi Potenti “Misogina e anche ridicola la proposta leghista che svela la povertà di pensiero di un partito allo sbando. Ovvio che non gli interessa sapere che l’uso dei generi è raccomandato perfino dall’Accademia della crusca. Insomma, la loro proposta è spazzatura” ha commentato la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. Cosi lo stesso Presidente della Repubblica che in un discorso pubblico ha affermato: sindaca, spero si possa ancora dire! La battuta durante la cerimonia di consegna del Ventaglio. Aspetto inquietante e di subcultura che si ispira alla misoginia, la violenza verbale frequentemente diventa fisica, come dimenticare che la premier italiana Giorgia Meloni, ha di fatto preteso di essere declinata al maschile nel suo ruolo istituzionale come primo passo verso una politica di destra che continua a sostenere il ruolo delle donne relegato a quello di moglie, madre e credente senza alcun confronto sulle scelte politiche verso le reali necessità delle donne che lavorano, si fanno carico della cura dei figli e della casa e non vengono sostenute dal welfare italiano del tutto latitante sulle questioni dell’ occupazione femminile, dell’aborto e della famiglia. D’altronde, nel nostro paese alla deriva sociopolitica, si respira un’aria tetra che ricorda gli albori di un ventennio che portò devastazione e morte. Un’ulteriore riflessione della scrivente riguarda la povertà culturale dei leghisti che in crisi identitaria e di voti continuano a rappresentare la spazzatura della politica italiana. Populismo ignorante, per distrarre le masse da ben più gravi problemi sociali, rappresentato dai Vannacci del momento. Lidia Poët Non abbassiamo la guardia, perché è dal linguaggio che parte il cambiamento. Fondamentalismo, odio verso le donne ,verso i migranti e verso i potatori di handicap, non dimentichiamolo, sono i temi forti della politica leghista. La caccia all’altro chiunque esso sia solo perché diverso piace ai signori del Carroccio da sempre. E mentre in Europa si discute come rendere visibile nel femminile il plurale o il terzo genere, nel bel paese si cerca di riportare indietro le lancette dell’autodeterminazione delle donne relegando l’uso del femminile alle mansioni meno qualificanti. Perché dunque rivolgersi alla sindaca o all’avvocata, dimenticando che in una delle preghiere del cattolicesimo tanto decantato dai partiti di destra s’invoca l’aiuto di un’AVVOCATA NOSTRA!