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Cinquanta edizioni del Festival della valle D’Itria per valorizzare riscoprire ricercare ed educare alla lirica

Sebastian Schwarz e Fiero Fabris

di Piero Fabris

foto di Daniela Ciriello

Martina Franca per il cinquantesimo Festival della valle d’Itria ha pensato di accogliere gli amanti della lirica adornando vicoli, piazzette e corsi con addobbi in forma di pentagrammi musicali e, per esaltare l’aria di festa che circola nel paese, tramite la filodiffusione, trasmette musiche evocative. Una splendida iniziativa che conferma l’affetto dei martinesi per il festival, i quali hanno percepito il valore culturale e promozionale che il festival ha sul territorio.

Michele Punzi, Presidente del Festival
Michele Punzi, Presidente del Festival

Ne abbiamo parlato con Michele Punzi (il presidente del festival), al quale abbiamo chiesto: “Qual è il suo sogno di festival?” “Desidero portare avanti, nel migliore dei modi il festival proiettandolo in un futuro che deve tenere conto delle nostre radici, delle tradizioni e della sua storia che è poi la nostra cifra distintiva, quella che lo ha reso famoso nel mondo, sapendo che bisogna essere attenti e bravi, pronti a carpire quali siano le esigenze, il gusto del pubblico, del nuovo pubblico, dei giovani. Innovarsi senza avere paura di rischiare”. Il festival è lavoro di riscoperta delle opere, soprattutto quelle meno conosciute; nasce dall’esigenza di riscoprire opere dimenticate, ma anche dalla capacità di creare curiosità, interesse per titoli meno conosciuti.

Sebastian Schwarz, Direttore artistico
Sebastian Schwarz, Direttore artistico

È festival di qualità, non solo, per scelta dei temi, ma per lo straordinario lavoro del maestro Sebastian Schwarz, il direttore artistico che, in questi ultimi tre anni ha dato prova di competenza ma soprattutto di passione e attenzione al mondo nuovo che si affaccia, esplorando la contemporaneità, facendo delle commistioni artistiche il punto di forza per far assaporare l’opera da angolazioni diverse. E Michele Punzi a tal proposito ha esclamato: “L’arte non ha muri né confini!”. Bisogna avere determinazione, apertura mentale oltre alla cultura, per mettere a punto un programma così ricco e innovativo. Il Festival della valle d’Itria col suo repertorio di opere, concerti, documentari, approfondimenti e teatro, riesce sempre a divenire polo attrattivo non solo per gli amanti della lirica! Sebastian Schwarz con l’entusiasmo nella progettazione e la capacità di guardare lontano mostra di saper ascoltare, di avere quella sensibilità rara, grazie alla quale si coglie il talento di ogni cantante, regista, coreografo o scenografo, perché valorizzandolo lo colloca nel posto giusto con il coraggio e la competenza di chi vuole sperimentare, desideroso di offrire spettacoli che siano fuori dell’ordinario e coerenti con la sostanza dei temi affrontati. Il suo programma è freschezza e intensità. Il lavoro del direttore artistico di questi anni è geniale! Mostra forza e rispetto per l’idea da cui è sbocciata. Quest’anno si è recuperata l’arte figurativa così come si faceva nelle prime edizioni. Interessantissima l’esposizione nelle sale del palazzo ducale dal titolo Mimesis curata da Patrizia Catalano e Maurizio Barberis in collaborazione con New York Istitute of Tecnology, New York The school of Architecture & Design. Nell’aria sono palpabili gli echi dei successi. Il direttore artistico non nasconde l’entusiasmo per il successo della Norma di Vincenzo Bellini, nell’edizione critica di Roger Parker, magnificamente diretta da Fabio Luisi. Bella l’idea di riproporla così come era stata concepita dal maestro catanese, ovvero affidare la parte di Adalgisa a un soprano leggero. La scelta di quest’opera nel catalogo degli eventi è un omaggio a quanti come Francesco Punzi e Paolo Grassi seppero dare al festival il respiro internazionale che lo ha reso famoso nel mondo. E poi, L’Ariodante di Handel, riproposta in edizione critica curata da Bernardo Ticci, un bel successo! Un’opera riscoperta che mancava da decenni in Italia. Un’opera tra le più amate di Handel, basata sull’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 – Ferrara 1533). Ogni cast è meraviglioso. Tutti sono stati scelti per obbedire alle necessità richieste dalle partiture. Sono cantanti venuti da tutto il mondo, tutti scelti con attenzione. Il direttore artistico li ha ascoltati immaginandoli sulla scena. Molti appartengono all’Accademia del bel canto di Martina, un’istituzione che forma le nuove generazioni dei cantanti e li abbiamo potuti ascoltare, perché inseriti nella programmazione, alcuni nell’Ariodante, altri nella Norma, altri ancora nell’Aladino e tanti nei concerti nelle masserie. L’esperienza nelle masserie è magica atmosfera! Un programma ricercato che registra sempre il tutto pieno. Con il ciclo “il Canto degli Ulivi” si viaggia, si scopre il territorio con i suoi prodotti, e le meraviglie che altrimenti rimarrebbero nascoste.

Programma del Festival
Programma del Festival

Il Festival della valle d’Itria è un marchio, grazie alla lungimiranza di chi come Francesco Punzi e Paolo Grassi sanno comprendere e guardare al valore della cultura per andare lontano. Sebastian Schwarz è stato cantante, è musicologo, ha studiato amministrazione e gestione attività culturali a Venezia. Ha guidato importanti teatri. È un direttore con importanti esperienze internazionali dai mille interessi. Ci piace ricordare che è vicepresidente della società internazionale Richard Strauss, il massimo compositore tedesco del Novecento. Dai suoi quadri artistici traspare in toto la passione per il Teatro e il suo desiderio è quello di arrivare a un pubblico sempre più grande, anzi a un pubblico nuovo, non necessariamente giovane. Il suo animo è contagioso. Non si stanca mai di cercare forme diverse per educare al bello. È un entusiasta attento a mezzi nuovi per avvicinare più gente possibile al mondo fatato che eleva e, a tal proposito non possiamo non citare i disegni di Fabio Perillo e il progetto con i più piccoli su Aladino esposto nel chiostro di San Domenico, dove la spontaneità e l’immediatezza dei più giovani ha trovato immagini per esprimere visioni della famosa opera di Nino Rota. La scelta di trame fiabesche, le musiche che la vestono sono carezze, un richiamo per tutta la famiglia. Sono semi per il futuro. Questa cinquantesima edizione ha radici profonde e chiome ampie su cui rami nidificano sogni della lirica di tutto il pianeta, alla scoperta di titoli meno noti, alla ricerca di rappresentazioni realizzate con rigore scientifico. Il Festival della valle d’Itria è un’offerta di novità e tradizione che sa fare di Martina Franca e d’intorni un crogiolo per spiriti assetati di bellezza autentica.

One thought on “Cinquanta edizioni del Festival della valle D’Itria per valorizzare riscoprire ricercare ed educare alla lirica

  1. Il festival della Valle d’Itria è a livelli altissimi di grande prestigio internazionale. È un vanto per la Puglia.
    Eventi e manifestazioni curati da grandi professionisti. Grazie Piero Fabris per ricordarci che tutto ciò ci rende fieri e orgogliosi della nostra amata Terra.

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