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La tutela dei diritti in Armenia e gli attuali rapporti con l’Unione Europea

La catena montuosa dell'Ararat vista dalla capitale Yerevan
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

In Armenia è stato lanciato il programma per promuovere la tutela dei diritti umani e rafforzare le istituzioni nazionali, per un valore di 2,6 milioni di dollari.

Il programma è finanziato dall’Unione Europea e realizzato congiuntamente con il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), l’Unicef e il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione.

Il discorso di apertura della presentazione del progetto è stato fatto dal capo della delegazione dell’UE in Armenia, ambasciatore Vasilis Maragos, dal difensore civico della RA Anahit Manasyan, dal viceministro degli interni della RA Arpine Sargsyan, dal viceministro della RA del lavoro e degli affari sociali Tatevik Stepanyan e altri. Successivamente si è svolta la cerimonia di firma del programma.

Basato su una recente analisi di settore e guidato dalla guida concettuale delle parti interessate, il programma mira a promuovere i diritti umani, lo sviluppo delle politiche e la consapevolezza pubblica in Armenia.

Panorama di Yerevan, capitale della Repubblica d'Armenia
Panorama di Yerevan, capitale della Repubblica d’Armenia

Il progetto prevede di affrontare questioni chiave come la lotta contro la discriminazione, l’assistenza legale gratuita e la riforma costituzionale nel periodo 2023- 2025. Particolare attenzione è stata riservata al rafforzamento del piano d’azione sui diritti umani e sul sistema di monitoraggio e valutazione. Le iniziative dovrebbero consolidarsi per il raggiungimento di sei risultati principali:

–  rafforzare la capacità istituzionale del difensore dei diritti umani e dell’UNHCR nel campo della protezione e promozione dei diritti umani e migliorare l’accesso ai loro servizi.

–  migliorare il coordinamento, la comunicazione, il monitoraggio e la valutazione dell’attuazione dei progetti del piano d’azione sui diritti umani 2023- 2025 e rafforzare la capacità delle strutture responsabili del piano.

–  sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni relative ai diritti umani, con particolare attenzione ai diritti umani dei gruppi vulnerabili e svantaggiati.

–  rafforzare la capacità del ministero della giustizia nel campo dei diritti umani, della giustizia e delle riforme costituzionali, nonché sensibilizzare l’opinione pubblica.

–  ampliare i servizi a sostegno delle vittime di violenza sessuale e di genere.

–  promozione di meccanismi e capacità per fornire assistenza legale gratuita e di qualità alle popolazioni vulnerabili.

Portando a questi risultati immediati, il programma mira ad avere un impatto duraturo sui diritti umani in Armenia garantendo che i principi di buon governo, stato di diritto e rispetto dei diritti umani siano integrati nei servizi governativi e nelle pratiche pubbliche.

Il programma durerà fino al 31 maggio 2027.

Ararat Mirzoyan, Ministro degli affari esteri della Repubblica d'Armenia
Ararat Mirzoyan, Ministro degli affari esteri della Repubblica d’Armenia

Dunque, come affermato dal ministro degli affari esteri armeno Ararat Mirzoyan, durante la conferenza stampa del 30 luglio con il ministro degli affari esteri di Cipro, i rapporti tra Armenia e Unione Europea hanno subito un nuovo processo di collaborazione. “Stiamo attraversando un processo di approfondimento significativo delle nostre relazioni con l’Unione Europea, abbiamo una nuova agenda di paternariato, stiamo lavorando su nuovi meccanismi e strumenti che possano essere utilizzati. Devo anche aggiungere che il popolo armeno ha aspirazioni europee e l’Ue riconosce queste aspirazioni; quindi, ora stiamo pensando e lavorando insieme, su nuovi strumenti, nuovi meccanismi per avvicinare l’Armenia all’UE e agli Stati membri, e viceversa. Vorrei anche ripetere l’affermazione del primo ministro della RA nel suo discorso al Parlamento Europeo: “l’Armenia, da parte sua, è pronta ad avvicinarsi all’UE per quanto l’UE lo riterrà possibile”, ha detto Mirzoyan.

Il ministro ha anche aggiunto che l’Armenia insieme non solo all’UE ma anche con l’America, sta lavorando a un progetto per aumentare il livello di resilienza della Repubblica d’Armenia in questi tempi difficili, tenendo anche conto delle minacce e delle sfide che tuttora esistono in Armenia e dintorni.

In questa nuova visione si inseriscono anche gli sforzi che il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel sta rinnovando per giungere ad una pace duratura tra Armenia e Azerbaigian. L’ex primo ministro belga ha tenuto vari incontri bilaterali con i leader di Armenia e Azerbaigian, a margine del vertice della Comunità politica europea a Londra del 18 luglio, per cercare di stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.  

Michel aveva scritto anche alle due parti, invitandole più volte a tornare al tavolo delle trattative.

Ilham Alyev, Charles Michel e Nikol Pashinyan
Ilham Alyev, Charles Michel e Nikol Pashinyan

Tuttavia, a Bruxelles cresce la frustrazione dopo mesi di ritardo e di stallo diplomatico, che hanno impedito una tregua tanto attesa. Nonostante gli incontri con Michel il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev, non si sono mai seduti al tavolo delle trattative.

Purtroppo, ora le tensioni si stanno nuovamente innalzando, e alla fine di luglio il Ministero della difesa dell’Azerbaigian ha accusato l’Armenia di commettere delle provocazioni lungo il confine condiviso dai due paesi, e ha minacciato di adottare delle misure in risposta utilizzando tutti i mezzi a disposizione per scopi di autodifesa. Da parte armena è giunto il totale diniego. L’Azerbaigian ha anche criticato il sostegno militare fornito da alcuni paesi dell’Unione Europea, come la Francia, a Yerevan nel tentativo di creare un equilibrio di potere tra i due rivali storici.

Il 22 luglio il consiglio dell’UE ha deciso di fornire i primi aiuti alle forze armate armene per un importo totale di 10 milioni di euro.

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