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Immaginare la Speranza ne “Il Tempo della Carestia” la raccolta poetica di Gianni A. Palumbo

Il Tempo della carestia- libro di Gianni Antonio Palumbo

di Piero Fabris

I versi di Gianni Antonio Palumbo sembrano dettati dall’impeto delle onde marine. È come se il poeta cavalcasse l’inquietudine profonda del nostro tempo e cercasse di metterla in ordine attraverso profonde meditazioni, mostrando rara sensibilità e capacità contemplative notevoli per le quali ha immagini evocative molto interessanti. Per Meditazione intendo capacità di essere in mezzo a un’Azione, ovvero capacità di sintonizzarsi con ciò che è manifesto, essere nel nostro tempo, ascoltarlo, inserirsi al centro della realtà con visione distaccata e concentrata per comprenderne le cause: Essere nel mondo non del mondo, non in fuga dalla libertà, non in fuga dal mondo! “Il tempo della carestia” (tabula Fati edizioni) appare come una sorta di raccolta di approfondimenti attraverso i quali Gianni A. Palumbo, non solo condivide il frutto delle proprie contemplazioni, ovvero ricerche delle cause, con onestà intellettuale, ma lo concepisce come invito al raccoglimento per sostare, riflettere, invertire la rotta (intesa come Conversione). Similmente a una chiocciola scivola sui rivoli oramai quasi prosciugati dalla superficialità, portando su di sé una casa/ bagaglio di cultura, tenendo ben tese le due antenne: una all’interiorità, dove i Lari e i Miti dell’Olimpo palpitano e l’altra al sociale, passato al setaccio con arguto senso della Philos. La sua produzione è cofanetto di parole intarsiate da semi spirituali. Attraverso le nove sezioni del suo diario di poesie, il tempo della carestia, declinata in forme elegantemente diverse, evidenzia la fragilità dell’essere con soffio calibrato e distillato. L’autore ha realizzato versi poetici che sono condensato d’esperienza personale riuscendo con i suoi riverberi a dar voce a molti che ne ritrovano e si riconoscono nei dubbi, nell’incerto, nel tempo disumanizzato nel quale troppi sembrano essersi persi o hanno smarrito il senso del bene comune, del codice della morale, come insieme di regole di vita nel rispetto di tutti, cioè la libertà. L’egotismo straripante e ignorante ripiega e limita il nostro orizzonte su tavolette di cristallo (i nostri schermi dei telefonini) alla ricerca di un “Mi Piaci” in più, per avere conferma di essere usciti dall’anonimato (o forse dovremmo dire da uno stato di solitudine), un anonimato effimero al quale dedichiamo più risorse di quanto non meriti. La visione di un rettangolo di informazioni ci impedisce di avere un’idea del creato senza confini, di cogliere i soffi e le brezze di un Cosmo senza confini. Con la raccolta di poesie “Il Tempo della Carestia” si intraprende un viaggio nei deserti dell’anima! Attraverso parole ricercate, anzi pesate, l’autore riesce a dare a ogni verso la giusta fluidità per far scorrere la saggezza dei padri, quale luminosa semenza per il tempo della coscienza. È come se il poeta per portare a termine queste pagine abbia passato ore ed ore a scrivere, riscrivere, cancellare, alla ricerca del termine più adatto, non solo al proprio tempo, ma anche a un divenire possibile, facendosi servitore, piuttosto che schiavo dei rumori pirotecnici della ribalta. È facile immaginarlo raccolto nell’interiorità del proprio studiolo a intrecciare parole ed esperienza su paginette che, sappiano essere righe, corda per cieli dai manti nobili. I suoi versi sono intinti con amore nella Cultura profonda e silente non già nel rivolo ciarliero di chi, preso da se stesso, dalla superbia, non coglie in certi corsi d’acqua, la forza della corrente, delle gocce coese sulle quali si specchia tanta immagine con nitidezza. Di Palumbo ci piace sottolineare il suo saper soffiare sui libroni, sulle urne del sapere. Egli sa farci aleggiare sulle mappe navali della Cultura e cogliere l’essenza eterica per ritrovare la via d’uscita dal pantano della banalità. È un vero artigiano della Cultura! A questo tempo di assenze, Gianni Antonio Palumbo contrappone ed evoca golfi che sanno abbracciare navi di generosità, carichi di anime come spezie e rotoli di conoscenza per spiriti affini al bello interiore. Un libro di meditazioni mistiche, taccuino di sensazioni solleticate dal favonio gentile, zefiro di Speranza, invito a non lasciarsi sclerotizzare dal fracasso asfissiante di questo tempo prostituito alla paura. Raccolta, quindi di esortazioni, invito a sollevare il capo e a guardare oltre le barriere dell’ignoranza, con i fari e finestre aperte sui panorami della salvezza che è polline a cavallo di brezze silenti e superbe. Un’ opera, un impegno, quello di Gianni Antonio Palumbo che ha in seno gli ingredienti per navigare oltre la melma, oltre la secca della miseria nella quale si nutrono e strisciano i meschini. Sono appunti sgorgati dal battito cardiaco che sa farsi ritmo in queste pagine del Poeta! Il Palumbo ha saputo rastrellare sfilacci d’argento di luna e farne ricami per vele con le quali prendere il largo sulle onde della grazia, i riflessi policromi, intarsi per smarriti.

Gianni Antonio Palumbo

Note biografiche sull’autore: Gianni Antonio Palumbo è alfiere del lavoro molfettese. Ricercatore in letteratura italiana presso il dipartimento di studi umanistici dell’università di Foggia è docente di filologia della letteratura italiana e metodologia della critica letteraria. Direttore artistico della Notte bianca della Poesia. È redattore di periodici e riviste come: “Quindici”, “Luce e Vita” e Menabò”. Tra i suoi lavori ricordiamo: l’edizioni delle rime di Isabella Morra (Stilo edizioni), il romanzo “Per Luigi non odio né amore (Ed. Scatole Parlanti). Come Giano bifronte critico, cura il Blog https://gianobifrontecritico.wordpress.com

Il Tempo della carestia- libro di Gianni Antonio Palumbo

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