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Noi del Liceo artistico Lisippo di Taranto e le opere del pittore Antonio Rolla

Noi del Liceo artistico Lisippo di Taranto e le opere del pittore Antonio Rolla

di Elena Manigrasso

E come se risentissi le parole di Micòl de Il giardino dei Finzi Contini: “ti prego di non dimenticarti di noi, di noi, di quel di Ferrara”. Mi viene da dire la stessa cosa quando per miracolo, nelle serate settembrine di cultura promosse dall’associazione Fucarazza, incontro gli amici e le amiche del vecchio Liceo Artistico Lisippo di Taranto, e la cosa bella è che abbiamo età diverse, diverse generazioni a fare gruppo intorno a una scuola sui generis, una scuola che unisce per l’arte. E posso citare Maria Rosaria, Gianluca, Daniela Capocchiani, Valeria Ribaud, Sonia, e io Elena sognatrice. E così sono rimasta.
Mi arrivano ancora mail di compagni che mi inviano cataloghi dei nostri professori di figura disegnata, di modellato, di architettura. E il bip del cellulare mi offre una piacevolissima sorpresa: l’arrivo del catalogo del prof. Antonio Rolla. Il mio prof di Disegno nei meravigliosi anni ’80, molto conosciuto per il suo impegno sociale e per la sua creatività. Anni della mia adolescenza ribelle e romantica, come vuole l’arte. Indimenticabili.

La presentazione è dell’artista poliedrico Gianluca Marinelli, il quale ricorda la prolifera produzione pittorica di Rolla durante gli anni del Liceo Artistico “Lisippo”, dove insegna dal 1972. Un impegno riconosciutogli da diverse generazioni di artisti che vedono in lui un maestro in grado di parlare al cuore, da cui apprendere il valore della libertà (questo concetto si realizza con l’impegno, la dedizione e la fantasia artistica) e dell’entusiasmo creativo, accompagnati dalla riflessione critica.
Altro grande momento di commozione è leggere nel catalogo il pensiero dell’amico caro e grande critico tarantino Giovanni Amodio, che insieme alla moglie pittrice Grazia Lodeserto, ha reso vivace e fertile la cultura nella città. Di Rolla il critico Amodio dice: “del lavoro ampio, pregevole, prezioso, encomiabile e ricco di esiti, svolto con la Scuola, ciascuno studente che lo ha potuto annoverare tra i docenti, se ne fa un vanto sincero e veritiero”. È un pittore che più che dipingere scortica le immagini, le scrosta, come se dovesse riverniciare una saracinesca.
E continua nella descrizione del pittore il critico i Giuseppe Francobandiera: L’uomo in primo piano è più antico pezzo archeologico nella sua pittura: è un pescatore e rischia di diventare, nonostante le lusinghe tecnologiche o forse proprio grazie ad esse, un reperto sociologico, come lo spazzacamino. Questa un’altra sua idea fissa. La gente, dice, sa conoscere da sola il buono e il cattivo della mia arte. Anche qui da noi, al Sud. Dice che alla lunga il lavoro paga, l’arte deve passare per forza da bottega. Anche senza sponsor. Anche senza esibire una tessera di partito.
Anche le cassette della frutta vuote sono un leit motiv della sua arte (I segni rinnegati, 1996). Le cassette di frutta vuote che come il ferro filato risolvono tutti i problemi dei meridionali.
Notizie sulla sua attività sono apparse su riviste d’arte di un certo pregio (Bolaffi Arte), e su diversi giornali italiani (Il Tempo, Il Secolo XIX, Corriere Mercantile, Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale d’Italia, Il Quotidiano, Corriere del Giorno, ecc.)
Ma per me è il mio prof, di arte e di affetto. Grazie per questi incontri dove il sogno è protagonista unico.

Noi del Liceo artistico Lisippo di Taranto e le opere del pittore Antonio Rolla
Antonio Rolla

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