Il 27 ottobre si ricorda a Yerevan la strage che portò alla morte dell’Eroe Nazionale armeno Karen Demirchyan Notizie dal Mondo Politica 28 Ottobre 202429 Ottobre 2024 di M. Siranush Quaranta Era il 27 ottobre 1999, quando a Yerevan, capitale dell’Armenia, venne assaltata la sala del Palazzo dell’Assemblea Nazionale da parte di un gruppo di 5 uomini armati guidati dal giornalista Nairi Hunanyan; questa azione portò alla morte di otto rappresentanti del governo e del parlamento. Anche quest’anno il primo ministro Nikol Pashinyan, insieme al Presidente della Repubblica Vahagn Khachaturyan e al presidente dell’Assemblea nazionale Alen Simonyan hanno deposto una corona di fiori sul monumento commemorativo installato nel giardino del Parlamento, rendendo omaggio alla memoria delle figure statali e politiche vittime del tragico evento del 27 ottobre 1999. Lo statista Karen Demirchyan Il “27 ottobre”, come viene ricordato dagli armeni, restarono senza vita il Primo Ministro Vazgen Sargsyan (il vero bersaglio dei terroristi), il presidente del Parlamento Karen Demirchyan, i vicepresidenti dell’Assemblea Nazionale Yuri Bakhshyan e Ruben Miroyan, il ministro degli Affari operativi Leonard Petrosyan, i parlamentari Armenak Armenakyan, Kenrik Abrahamyan e Michael Kotanyan.Il processo ai terroristi durò due anni, dal 2001 al 2003, portando sei militanti al carcere a vita, e uno a scontare 14 anni di reclusione, senza arrivare a capire chi furono i mandanti di quella efferata strage. Sargsyan e Demirchyan, nella loro coalizione, avevano ottenuto la maggioranza alle elezioni parlamentari nel maggio di quell’anno, grazie alle idee innovative e riformiste che erano state proposte. Dopo questo tragico evento il panorama politico armeno cambiò notevolmente, con un freno al processo innovativo che si era avviato. Il complesso sportivo e concerti Karen Demirchyan A Yerevan, la famiglia Demirchyan ha fondato nel 2007 un Museo dedicato alla vita e alla figura dello statista e patriota, portato avanti dalla moglie Rima, scomparsa nel 2021 e dalla nuora signora Tamara.In città la metropolitana, una scuola e il complesso sportivo e per concerti, portano il nome dello statista, soprannominato “il costruttore”, shinarar in armeno. Karen Demirchyan (1932-1999), ha svolto il suo impegno politico nel periodo russo e in quello dell’Armenia indipendente. A nome della leadership politica, nel 1973 fu il primo a condannare gli organizzatori del Genocidio Armeno. E’ stato Primo Segretario del partito comunista d’Armenia dal 1974 al 1988. Dopo un periodo lontano dalla vita pubblica riprese nuovamente l’attività diventando Presidente dell’Assemblea Nazionale nel 1999, anno del suo assassinio. Il museo, formato da due sale, racchiude e racconta la storia della vita privata e politica di Demirchyan: i suoi genitori morirono presto e lui assieme al fratello crebbe in orfanotrofio; intrapresa la professione d’ingegnere, entrò a far parte di una fabbrica di apparecchiature elettroniche all’avanguardia per l’epoca, diventandone poi il direttore. Tra le fotografie raccolte nel Museo due attirano l’attenzione: la prima si riferisce all’inaugurazione dell’acquedotto Arpa-Sevan, quando mancavano le forbici per tagliare il nastro e un chirurgo prestò quelle dell’ospedale di Sevan, conservandole per poi donarle al museo; la seconda ritrae il funerale di Aram Khachaturian, il più grande compositore armeno, quando il politico decise di portare il feretro in rappresentanza dell’intero popolo armeno che altrimenti avrebbe assalito la bara. Nella seconda sala si trova lo studio completo utilizzato da Demirchyan, e dai precedenti Primi Segretari. Il figlio di Karen Demirchyan, Stepan, ha deciso di seguire anche lui la carriera politica e nel 2003 è stato eletto all’Assemblea Nazionale nella lista Justice Alliance. Tamara e Stepan Demirchyan alla commemorazione di questa mattina Tamara e Stepan Demirchyan con il presidente del Parlamento Alen Simonyan Lo statista ha ricevuto, postumo, il titolo di Eroe Nazionale dell’Armenia ed è sepolto nel Phanteon di Komitas, il cimitero cittadino che accoglie non solo i più famosi artisti e musicisti armeni, ma anche le più importanti figure nazionali e politiche, celebrità culturali e intellettuali. La sua morte viene ricordata con rammarico e tristezza, poiché avvenuta mentre adempiva al suo dovere verso la patria; per questo nella capitale armena tante strutture portano il suo nome, e molti cittadini pensano che, forse, se fosse sopravvissuto il paese avrebbe avuto uno sviluppo e uno slancio politico e culturale maggiore e più rapido.