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Un incontro di fraterna condivisione tra le comunità di Bari e di San Costantino Albanese e la festa della Memoria di San Giovanni Crisostomo a Bari

Interno della chiesa di San Costantino il Grande
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Domenica 10 novembre è stata organizzata una giornata d’incontro, in cui la comunità di San Giovanni Crisostomo di Bari è stata accolta da quella della Parrocchia San Costantino il Grande di San Costantino Albanese (Potenza).

Murales con la rappresentazione degli abiti tipici
Murales con la rappresentazione degli abiti tipici

San Costantino Albanese (Shёn Kostandini i Arbёreshe) viene fondata nel sedicesimo secolo, e si ricollega alla conquista dell’area balcanica da parte dei turchi con la conseguente fuga delle popolazioni albanesi, anche se testimonianze di una chiesa di San Costantino di origine basiliana sono presenti fin dal ‘200. Il paese, che ha fatto parte dello Stato di Noja, feudo dei Pignatelli, conserva il rito bizantino. È rimasta nella diocesi latina di Tursi fino al 1919, anno in cui è stata istituita l’Eparchia di rito orientale di Lungro. Tra le personalità più rilevanti si ricordano figure come Michele Scutari e Tommaso Pace, che nel corso dell’Ottocento hanno lasciato importanti opere di carattere storico.

San Costantino A. si trova nella Val Sarmento, in pieno Parco Nazionale del Pollino e conserva nel nome, nella parlata, nelle tradizioni, nella cultura gli aspetti delle popolazioni che qui si rifugiarono.

Tra gli edifici più importanti presenti nel paese ricordiamo Palazzo Pace – di origine seicentesca; la Chiesa Madre dedicata ai santi Costantino ed Elena; la Chiesa della Madonna delle Grazie; il museo arbёresh; il santuario della Madonna della Stella, edificato su un preesistente edificio di origine basiliana (la cui leggenda tramanda la fondazione legata all’apparizione della Madonna sopra un fico ad una pastorella di nome Vrasilia, mentre pascolava i maiali).

Interno della chiesa di San Costantino il Grande
Interno della chiesa di San Costantino il Grande

La Chiesa Madre datata XVII secolo, è in stile barocco a tre navate. Al suo interno vi è l’iconostasi, con le icone e vari dipinti riferibili tra il XVI e il XVIII secolo. Essa è dedicata a San Costantino il Grande, l’imperatore romano del IV secolo, venerato come Santo dalla chiesa bizantina. Secondo i canoni del rito romano, nel corso del tempo ha subito varie modifiche per adattarsi alle esigenze del rito bizantino. Ed è proprio nel 1998 che viene collocata l’iconostasi, opera di artigiani locali. Le icone e le pitture presenti sono in stile bizantino moderno, opera di artisti albanesi. La liturgia viene celebrata secondo il rito bizantino, in lingua arbёreshe.

In mattinata si è assistita alla Divina Liturgia, celebrata da Papàs Giampiero Vaccaro e dal diacono Antonio Calisi, mentre nel pomeriggio fra Piergiorgio Taneburgo ha guidato i presenti attraverso la catechesi sulla Giornata mondiale dei poveri, voluta da Papa Francesco.

S.E. Mons. Oliverio durante il Vespro a San Giovanni Crisostomo
S.E. Mons. Oliverio durante il Vespro a San Giovanni Crisostomo

La Parrocchia- bizantina- di San Giovanni Crisostomo di Bari il 12 e il 13 novembre ha poi vissuto la Memoria del Santo Padre Giovanni Crisostomo: il 12 si è svolta la celebrazione del Grande Vespro con Artoklasia (distribuzione del pane), presieduto da S.E. Rev.ma Mons. Donato Oliverio, Eparca di Lungro; il 13 la celebrazione della Divina Liturgia. Il Santo – la Bocca d’Oro -, è venerato come uno dei più grandi Padri della Chiesa. Come ha ricordato il Vescovo durante il Vespro: “San Giovanni Crisostomo è stato un fedele amministratore della parola di Dio, prima come presbitero ad Antiochia e poi come vescovo patriarca di Costantinopoli. Egli è l’immagine del Buon pastore che dona la vita per il gregge, modello di vita che ha preso sul serio la parola di Cristo e si è impegnato a viverla, seguendo Cristo povero e umiliato, affamato e assetato, misericordioso e pacificatore. Sono tantissimi i suoi scritti, ma questa sera ricordiamo soltanto qualche pensiero. Il Santo si è preoccupato di accompagnare le persone sin dalla più tenera età; infatti, scrive che la legge di Dio deve essere impressa fin dall’ inizio nell’anima dei bambini, perché questa è l’età più importante. Occorre insegnare ai bambini a segnare la fronte con la mano; all’infanzia segue l’adolescenza e la giovinezza, alla giovinezza succede l’età della maturità e poi fidanzamento e il matrimonio con la nascita dei figli. Quando nasce il primo bambino, i tre – il marito, la moglie e il figlio – diventano una carne sola, poiché il figlio congiunge le due parti, e i tre costituiscono la Piccola Chiesa: è un termine questo coniato da San Giovanni Crisostomo e non dal Concilio Vaticano Secondo (una piccola chiesa costituita dalla famiglia, e poi la grande chiesa). Possiamo sottolineare l’attualità del pensiero di San Giovanni Crisostomo, con la sua teologia squisitamente pastorale in cui è costante la preoccupazione della coerenza tra il pensiero espresso dalla parola e il vissuto esistenziale. Ogni suo intervento mirò sempre a sviluppare nei fedeli l’esercizio dell’intelligenza, per comprendere e tradurre in pratica le esigenze morali e spirituali della fede. Nella sua ansia pastorale Giovanni Crisostomo si è preoccupato di accompagnare, attraverso i suoi scritti, lo sviluppo integrale della persona nelle tre dimensioni fisica, intellettuale e religiosa. Preghiamo il Signore nella gloriosa memoria di San Giovanni Crisostomo, perché ci renda fedeli testimoni della verità, seguendo il suo insegnamento e imitando la sua fortezza, perché la sua fortezza evangelica”.

Memoria del Santo Padre Giovanni Crisostomo
Memoria del Santo Padre Giovanni Crisostomo
Entrata di S.E. Oliverio a San Giovanni Crisostomo
Entrata di S.E. Oliverio a San Giovanni Crisostomo

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