Pinocchio è un film per bambini o è un fantastico ambiente da sogno che fa tornare bambini i grandi? Cinema Cultura 6 Gennaio 20208 Gennaio 2020 di Clelia Conte Ho portato mio figlio Lorenzo a Noicattaro perché voleva fare un provino per partecipare al film di Pinocchio. L’età massima per partecipare era di 12 anni e lui ne aveva 11. Avrei tanto voluto anch’io fargli fare questa esperienza ma si è sentito dire da un’addetta ai lavori con un tono materno: “Lorenzo sei bellissimo ma sembri uno di 16 anni!”. In effetti un undicenne di circa un metro e ottanta non é facile da trovare ed a volte per un bambino risulta penalizzante: infatti non ha voluto vedere il film al cinema! In compenso sia per la passione verso il personaggio di Carlo Collodi, sia per fare un confronto con le altre interpretazioni ed altri registi, sono andata a vedere il film ad un cinema che mi ha riservato solo un posto in prima fila. Ero curiosa di guardare una storia prettamente toscana ambientata in buona parte nella mia Puglia. Matteo Garrone, un regista a me caro, avrebbe potuto stupirmi con effetti speciali ed interpretazioni che esulano dal contesto del racconto originale. Ci si aspettava infatti qualcosa di innovativo e invece il bello di questo film è stato proprio la sua fedeltà al racconto. L’innovazione in quest’opera è rappresentata dal personaggio della fatina che nella prima parte è una bimba come Pinocchio. Questo avviene forse in primis per farsi accettare e poi la vedremo come una donna segnata dal tempo, con un viso angelico ma patinato e un po’ stanco, quello di una donna che ha sofferto nella vita e che si preoccupa come una madre per il suo Pinocchio. L’unico punto è che inevitabilmente pensi alla fata di Luigi Comencini interpretata dalla meravigliosa e brava Gina Lolobrigida, un sogno espressivo al cui cospetto non può reggere la fatina insapore e incolore che vediamo qui. Per il resto poco cambia dalla storia scritta da Collodi attraverso la quale si ritorna un po’ bambini ripercorrendo le emozioni che la fiaba ci dava. Pinocchio è disobbediente ma sensibile all’amicizia e all’affetto paterno. Riconosce di aver sbagliato dopo essersi scottato ma poi si redime e si prodiga per il suo paparino dedicandosi a lui con grande devozione e sacrificandosi lavorando pur di portargli un bicchiere di latte al giorno per farlo stare bene. Lode va al bambino protagonista, Federico Lelapi che si è dovuto sottoporre ogni volta a tre ore di trucco per assomigliare quanto più possibile ad un burattino di legno. E che dire del gatto e la volpe rispettivamente Ceccherini-Papaleo? Il primo parla viscidamente a Pinocchio circuendolo per poterlo truffare, l’altro ripete le parole finali del primo ma non si esprime mai. Nell’insieme risultano buffi e molto bravi nel loro personaggio. Il regista ha egregiamente lavorato sulle splendide cartoline viventi che sono gli ambienti occupati dalle scene del film, la meravigliosa fotografia, l’arte di trasformare la splendida Puglia in un posto magico e magicamente toscano. I personaggi sono fantastici e ricchi di fantasia con le maschere realistiche ed allo stesso tempo bizzarre del grande Mark Coulier, due volte premio Oscar escludendo così al minimo le magie digitali. Benigni è un perfetto Geppetto che non strappa le lacrime ma fa riflettere. E’ un simpatico falegname che cerca di procurarsi lavoro per poter mangiare trovando dei difetti immaginari alle sedie e ai tavoli e che quando scolpisce Pinocchio non si meraviglia più di tanto gridando di notte al vicinato di esser diventato padre. Poco spazio è stato dato al grande attore premio oscar che altrimenti avrebbe dato al film un’altra piega. Matteo Garrone è bravo e si è impegnato molto ma non ha soddisfatto le aspettative dei cinefili creando un film legato al racconto, un lavoro realizzato per grandi e piccini pur se nella sala del cinema non c’era neanche un bambino. Da lui ci si aspettava qualcosa in più. 6 gennaio 2020
è un film attuale, in specie per tanti investitori che pensano di piantare i soldini che poi cresce un albero che porta tanti soldini. Collodi non avrebbe mai pensato che all’epoca di internet si pubblicizzano in modo fastidioso e sprezzante messaggi del tipo: ti faccio diventare miliardario in poco tempo. La mamma dei cretini è sempre incinta. Bei paesaggi pugliesi, Torre canne, gli scogli della nostra costa piatta a pignata, le anse, il mare, Qualche masseria in attesa di essere ristrutturata. Gli attori bravi, i ragazzini pure. Rispondi