Benedetto Ivella racconta del suo libro dedicandolo alla figura di Masaniello edito da Albatros Cultura Libri 18 Dicembre 202018 Dicembre 2020 di Clelia Conte L’immagine di un uomo che ha dedicato la sua vita al pensiero ed alla lettura di testi. Una formazione culturale di chi ama il sapere e la filosofia della vita. Ha scelto di vivere in un posto di mare bellissimo con la sua consorte perché la sua Roma non gli piaceva più, non era la Roma autentica ma la città del caos e dei forestieri. Benedetto Ivella Benedetto Ivella, nasce a Roma, vive e lavora fino alla pensione. Scrive moltissimo ma infine decide di pubblicare il suo “Masaniello” (edizioni Albatros), dedicandolo agli italiani affinchè “si ricordino di essere italiani”. L’intervista Benedetto, come è nata l’idea di creare questo testo dedicato a un personaggio storico. ho avuto un periodo brutto per una malattia Nel mese di letto, quasi solitario, ho avuto modo di pensare al mio passato, cioè alla storia, ed al futuro, cioè al destino della specie. Uscito ho provato a sintetizzare in una racconto le mie idee estremizzandole in un mondo costretto ad essere focalizzato sulla propria sopravvivenza. Dove si svolge la storia? La storia si svolge in un ambiente sotterraneo, volontariamente scelto, perché gli abitanti possono, volendo, di nuovo uscire e vivere all’esterno respirando aria come è ora. Descrive l’ambiente di vita, la struttura fisica e l’organizzazione sociale seguendo il personaggio, di nome Masaniello, nei suoi movimenti e nel tempo. Quindi è la descrizione di un mondo nuovo! Praticamente la tecnologia, informatica ed automatica, ha liberato ogni individuo dalle attività di routine, come lavarsi, cucinarsi, procurarsi da mangiare vestire e dormire. Quindi l’umanità rinata da un disastro vive completamente liberata dal quotidiano e dal dover lavorare e dedica tutto il tempo alla conoscenza, completamente fornitale assistita da computers, ed alla convivialità serale. Quale senso hai voluto dare a questa atmosfera fantascientifica? Il mio tentativo di descrivere questa vita vuole essere esauriente, anche se sembrerà capzioso e spesso tecnologicamente improbabile, ma per il futuro si può anche sognare. E’ fantascenza. A parte la descrizione di un mondo completamente assistito, spesso nelle conversazioni serali che gli abitanti fanno convivialmente in piccoli gruppi, ogni giorno diversi, vengono sollevate visioni particolari di episodi del passato che sono certamente stati fondamentali e formativi nello sviluppo. Quella è la parte del libro che moralmente mi interessa, anche se certe visioni possono essere errate, anticonvenzionali ed anche provocatorie. Vuole comunque essere un provocazione costruttiva che spinga chi legge a sentirsi indignato o contraddetto, così da voler demolire il mio ragionamento. Come si inserisce in tutto ciò Masaniello? Il nome Masaniello proviene da questo mio desiderio: smontate la storia, poi rimontatela e verificare se i pezzi collimano. Soprattutto la storia del nostro paese in cui ora viviamo momenti difficili, sia strutturali sia contingenti. Pensate al Regno d’Italia dichiarato, nato dal risorgimento e finito come estensione coloniale del Regno di Sardegna e alla Repubblica Italiana nata da una sedicente resistenza che dovrebbe chiamarsi postresistenza perché divenuta operativa dopo il 25 aprile 45, quando i tedeschi erano rientrati dal Brennero e la Repubblica Sociale aveva dimostrato la sua inesitenza, sia come Stato sia come esercito. Più che lotta di liberazione io la qualificherei come seconda mano della famosa partita di scopone che i fascisti dissero, millantandosi, di aver vinto con l’asso di bastone, mentre invece fu vinta con l’asso di spade della polizia a cavallo. Poi Vittorio Emanuele II, forzando le istituzioni democratiche, fece venire i fascisti a Roma ed assegnò al loro capo la presidenza del consiglio, soluzione improponibile sia per la forza parlamentare sia per il carattere politico. A lui va attribuita la responsabilità di tutto quello che è successo, perché ha firmato sia leggi che dichiarazioni di guerra, quando quello che fece il 25 luglio 43 lo avrebbe potuto fare in qualsiasi momento e lo avrebbe dovuto fare ad ottobre 22. Inutile dire che persistenti fascisti e comunisti, finto tutto, avrebbero voluto poi giocare la bella che fortunatamente non fu disputata. Quel Re, amichevolmente chiamato Pippetto, pensava di aver fatto una gran paraculata tanto che da divenire sire ed imperatore. Poi la Provvidenza tirò dritto, seguendo le sue vie. Copertina Masaniello sul retro Una lunga e travagliata storia! Esatto, ora noi viviamo in un paese, nato dalla resistenza che ho prima qualificato, con una Costituzione fatta da costituzionalisti unicamente spinti dalla ideologia comunista che non si capisce cosa veramente dica, tanto che ci vogliono 15 soloni a studiare il significato dei versetti. Certo Scalfaro, gran magistrato, la qualificò come “sana e robusta” ammirato del fatto di poter farle dire cose non dette e che nessuna costituzione avrebbe mai detto. Ora io gli direi: guarda questo tuo paese di sana e robusta costituzione fisica! Togli però gli occhiali rosa e non stare in mezzo ai corazzieri, che inevitabilmente ti nascondono il panorama. Fai come Sisto V, primo abitante del Quirinale, che vestito da fraticello girava per Roma. Non dobbiamo ragionare secondo carità di patria perché così accettiamo gli omissis, dobbiamo ragionare secondo amore di patria che impone la Verità senza se e senza ma. Questo è il senso della mia dedica agli italiani. Italiani, che assecondando casa Savoia, che voleva divenire una potenza europea, hanno fatto guerra a tanti paesi vicini e lontani autoqualificandosi popolo di eroi, tanto eroi da scagliare la stampella contro il nemico perché non avevamo altro. Molti nemici, molto onore, eravamo cagnacci più dei Templari. Invece i molti nemici, anche se amici prima o dopo, ci hanno riempito di botte. Tu sei nato proprio durante la guerra! Io, nato a Roma il 18 ottobre 1943, due giorni dopo lo scempio ignobile nel ghetto, quando bambino ho cominciato ad aprire gli occhi, ho visto quello che ho visto ed ho patito quello che ho patito. Poi stranamente ed inaspettatamente mi sono ritrovato cittadino del 50esimo paese industrializzato del mondo. Dono americano col piano Marschall? Io credo invece delle rimesse degli emigranti, che essendo andati in tanti paesi per far mangiare la famiglia, mandavano a casa valuta pregiata che le mogli andavano alla posta e cambiavano in lire. Nessuno di loro teneva conti all’astero. Poi, finito il pericolo comunista, qualcuno ha deciso che non occorreva più avere tra i piedi l’Italia, ed accusando la classe dirigente, artefice nel bene e nel male del miracolo, di essere mafiosa e ladra in un paese divenuto di mafiosi e di ladri, ha fatto sparire chi ci aveva dato il benessere. Dedica agli italiani Poteva andare meglio? Certo, se la costituzione avesse definito quale democrazia ed in che modo il popolo avesse potuto esercitare il potere diretto. Invece ha dato il potere ai partiti e soprattutto allo Stato e, come spina dorsale dello stato, alla magistratura. Quindi se dovessimo parlare di responsabilità, più che dei politici democristiani e socialisti, dovremmo parlare di magistratura sia per gli italiani mafiosi, sia per gli italiani ladri sia per il cambio della classe dirigente di cui ora vediamo il livello. Quindi la provocazione, nella mia mente, dovrebbe servire a ragionare sulla storia e sul futuro, soprattutto sulle possibilità che ci dà la tecnologia e l’organizzazione. Per poi auspicare a cosa? Spero che rompendo tutti gli schemi e le servitù mentali, anche voi come me pensiate che sia arrivato il momento di mandare a monte, ed iniziare seriamente a parlare di Italia, certamente non paese monolitico ma almeno paese federale portando avanti la logica della sussidiarietà. Bandite gli italiani giacobini! Ricordiamo Pellegrino Rossi, ucciso per strada, tradizione poi rivendicata dalle brigate rosse, dal figlio di Ciceruacchio, al secolo Angelo Brunetti. Questi sono gli italiani da neutralizzare, prima carbonari, poi comunisti ed ora seguaci di Grillo. E’ gente solo motivata dall’odio quindi capace unicamente di distruggere non di creare. Pensiamo alla Germania che, dopo il sogno imperiale, ha scelto la linea dei Lander ed ora può, malgrado tutti i problemi dell’umanità creati dagli uomini, pensare al suo futuro. 18 dicembre 2020