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Esegesi del “Perché” come fulcro di crescita e conoscenza

Mauro Chirizzi

di Mauro Chirizzi

Uno dei segni che accomunano tutte le lingue è  il punto interrogativo che conclude un periodo sintattico di domanda. Esso è alla base di tutta la conoscenza si pensi al mito della caverna di Platone e a tutte le domande suggerite dalle sue ombre.
il mito della caverna di PlatroneIn tutte le fasi della vita il dubbio, ovvero le domande sono presenti, ma in particolare nella fase di crescita. I bambini infatti si affacciano alla conoscenza chiedendo mille perché ai propri genitori . E’ qui il punto e da qui voglio iniziare l’approfondimento giornalistico riguardo ai “perché” che ti fanno crescere oppure no!
Il famoso psichiatra scrittore Paolo Crepet, in un suo saggio sul libro di Asha Philips individua nella negazione il fulcro per una sana crescita spiegando che tale libro sia utile a genitori sia a psicoterapeuti per imparare quali sono i “no” che provocano cambiamenti positivi e significativi nel bambino.
Ed in specie, egli spiega che spesso dire di no è molto difficile, ma il rifiuto è in realtà parte fondamentale delle relazioni tra genitori e figli. Il libro si rivolge sia per il tipo di scrittura utilizzato, sia per la casistica scelta per illustrare le diverse tappe evolutive dell’età infantile, al più vasto pubblico di genitori e psicoterapeuti. Ogni capitolo prende in esame una determinata fascia d’età che individua le possibili situazioni in cui “dire no” provoca un significativo cambiamento positivo nello sviluppo della personalità infantile, evitando al bambino di infilarsi in una dinamica autocentrata e “onnipotente”. Orbene tale spiegazione rappresenta solo una delle tante possibili variabili rispetto alla realtà educativo-familiare. Cosa succede se il NO è predominante? Cosa avviene nel processo identificativo del minore se alla domanda consegue un NO senza alcuna spiegazione?
Purtroppo come in quasi tutta la dialettica contemporanea la capacità critica che si accompagna al punto di domanda è espressione di una classificazione fuori dal sistema di regole che tutti gli ambiti territoriali o ed istituzionali si sono dati con la conseguente schedatura di politicamente scorretto, di nicchia e radicalismo e ciò al fine di evitare la risposta .
La conoscenza è pervasa dal perché; senza di esso forse non ci sarebbe la conoscenza stessa. Voglio con il presente articolo fare riflettere sul valore e sullo spirito del punto di domanda, peraltro non solo rappresentato dalla parola perché ma anche da un simbolo di interiezione o anche con espressioni vocali o solo gestuali con l’appello di ascoltare e di soprattutto riuscire a dare delle risposte.

07 febbraio 2021

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