Sei qui
Home > Cronaca > Zhara Esmaili la vittima iraniana condannata alla pena capitale per l’omicidio del marito

Zhara Esmaili la vittima iraniana condannata alla pena capitale per l’omicidio del marito

di Cinzia Santoro

Cosa si prova un attimo prima della morte? Paura, terrore, disperazione o forse la mente protegge dall’ orrore di essere impiccati. Da giorni penso a Zhara Esmaili iraniana condannata alla pena capitale per l’omicidio del marito.
Sposata con un uomo dell’intelligence del suo paese era vittima di soprusi e violenze quotidiane.
Nel carcere di Rajei-Shahr, nella città di Karaj, una trentina di chilometri ad ovest di Teheran sedici uomini hanno preceduto Zhara, nel macabro spettacolo della pena di morte. Il cuore della quarantaduenne non ha retto e Zhara è deceduta per arresto cardiaco qualche minuto prima di salire sul patibolo. Ma all’orrore non c’è mai limite e il corpo esanime della donna è stato appeso al cappio lo stesso.
Il sistema giuridico iraniano si fonda sulla sharia. La pena di morte è prevista per numerosi crimini, quali l’omicidio, lo spaccio di droga, la corruzione. Ma è molto facile finire al patibolo, l’omosessualità, l’apostasia o il tradimento possono risultare fatali.
Almeno 3.288 prigionieri sono stati giustiziati in Iran dall’inizio della presidenza di Rouhani, tra il 1° luglio 2013 e il 31 dicembre 2017. Dal 1° luglio 2013 al 31 dicembre 2013 le esecuzioni sono state  444,  800 nel 2014, almeno 970 nel 2015, 530 nel 2016 e 544 nel 2017.
Anche se il numero di esecuzioni negli ultimi due anni è significativamente inferiore rispetto a quello degli anni precedenti, l’Iran rimane nel 2017 il paese con il più alto numero di esecuzioni pro capite.
Delle 544 esecuzioni del 2017, solo 112 esecuzioni, circa il 20% sono state riportate da fonti ufficiali iraniane come i siti web della magistratura, la televisione nazionale, le agenzie di stampa e giornali statali;  432 casi circa l’80%
inclusi nei dati del 2017 sono stati segnalati da fonti non ufficiali, come le organizzazioni non governative per i diritti umani o altre fonti interne iraniane. Il numero effettivo delle esecuzioni è probabilmente molto superiore ai dati forniti nel Rapporto di Nessuno tocchi Caino.

Zhara Esmaili

Le esecuzioni di donne sono state nel 2017 almeno 12, rispetto alle 10 del 2016 secondo le notizie raccolte, di cui 3 attraverso fonti ufficiali, 2 per reati di natura sessuale e 1 per omicidio e 9 non ufficiali, 5 per omicidio e 4 per droga.
Le esecuzioni di minorenni sono continuate nel 2017, fatto che pone l’Iran in aperta violazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo che pure ha ratificato. Sono stati giustiziati almeno 6 presunti minorenni al momento del fatto, di cui 2 casi riportati da fonti ufficiali per omicidio, 4 da fonti non-ufficiali, 2 per omicidio, 2 per droga.
Nel 2017, almeno 2 persone sono state impiccate per fatti di natura essenzialmente politica.
Numeri impressionanti e un sistema giuridico iniquo e tra i più discriminati del mondo a scapito delle donne, degli oppositori politici, delle minoranze e degli omosessuali. Una giustizia bendata che non riconosce il rispetto dei fondamentali diritti umani e che considera mohareb “nemici di allah” chiunque non si adegui alle regole rigisissime della sharia, indiscussa maestra di vita e di morte.

26 febbraio 2021

Lascia un commento

Top