L’Italia riapre dal 26 aprile: Draghi parla di “rischio ragionato”. Attualità 17 Aprile 202117 Aprile 2021 di Clelia Conte Il prudente ottimismo di Draghi sarà corrisposto dalla realtà dei fatti? Molte regioni torneranno in zona gialla dopo numerose settimane di rosso e arancione. Siamo sicuri che non capiti il disastro post-estivo dello scorso anno? Comunque nelle Scuole si tornerà in presenza, al 100% per zone gialle e arancioni con limiti nelle zone rosse. Dubito che non ci saranno alunni positivi che contageranno altri e che a loro volta diffonderanno il virus nelle loro famiglie. Solo quando saremo tutti vaccinati potremmo tirare un sospiro di sollievo. Il popolo è ignaro dei pericoli ai quali andrà ancora incontro. Appena saremo in zona gialla si culleranno tutti e rallenteranno il tiro. Si al pranzo e cena nei ristori ma solo all’aperto. Resta il coprifuoco alle 22 . Finalmente riaprono, teatri, cinema e musei. A partire dal primo maggio, 1000 spettatori negli, stadi. Dal 26 aprile accesso a sport amatoriali. Ma i controlli saranno efficacemente scrupolosi? Vedremo ancora gli scempi riguardo agli assembramenti estivi davanti ad attività commerciali che distribuiscono cocktail, birre, gelati, bibite e caffè? I controlli severi ci saranno davvero? O ci ritroveremo ancora a dover affrontare un altro anno disastroso a causa dell’incoscienza? Ma perché gli eserciti non vanno in supporto alla polizia urbana anche di notte? Dal 15 maggio piscine all’aperto. Poi dal primo giugno si alle palestre e via ad alcune attività indoor. Saranno concessi spostamenti liberi tra zone gialle. Per viaggiare tra colori diversi si è anche pensato a un pass sanitario. Il contagio flette senza crollare: in settimana 108.568 casi- 1,8%. Piccolo calo di decessi, -6,8% . Ma il numero resta elevatissimo 2.818 vittime in 7 giorni. Gli ospedali purtroppo sono ancora in affanno: 13 regioni oltre la soglia del 30% di pazienti covid in rianimazione. Lontana l’immunità di gregge: finora, il 17% dalla popolazione ha ricevuto almeno una dose. Siamo ancora in grave pericolo e la speranza non deve abbandonarci. Ancora indietro, è vero, ma sul decesso di migliaia di vittime, dobbiamo rispettare noi stessi e il prossimo facendo ancora molta attenzione. Bisogna utilizzare tutte le possibili e dovute precauzioni, stringere i denti e fare dei sacrifici nel rispetto della nostra comunità, dei nostri amici commercianti che hanno chiuso i battenti per sempre o che stanno tirando le cinghie nella speranza di riaprire i loro negozi. Non vedo differenza tra una profumeria ed un negozio di abbigliamento. Una persona alla volta che entra per acquistare, è uguale per tutte le altre attività. L’economia è in ginocchio. Questa è la realtà dei fatti, dalle imposizioni dei decreti alle previsioni del futuro. Il “rischio ragionato” che ha dichiarato ieri in conferenza stampa il Presidente del Consiglio è pur sempre un rischio! Chissà se Draghi riuscirà a risollevarci. 17 aprile 2021
Il concetto di pericolo corrisponde alla possibilità sempre presente di un evento indesiderato, di gravità variabile, ma indipendente dalla nostra volontà, il rischio è invece conseguenza della decisione. Il rischio necessita della distinzione tra passato e futuro, ed è frutto della contemporaneità: si decide oggi, in base agli eventi storici e alle supposte previsioni. Vanno distinti i decisori e i coinvolti. La politica è il decisore delle scelte sociali per eccellenza, ma lo sono gli scienziati, gli economisti, i giudici. Non sempre la distinzione è possibile, perchè i ruoli sono intercambiabili. Dato comune dei diversi ambiti è la pretesa di ricondurre all’interno di un calcolo razionale di previsione ciò che è dato come imprevedibile e sconosciuto. Chi osserva i fatti è lo scienziato, chi osserva lo scienziato è il politico. Chi osserva il politico è l’opinione pubblica. Nella società moderna si rinvengono osservatori di vario livello. Va chiarito cosa significa osservare, e se l’operazione della osservazione possa essere applicata a se stessa, cioè se può essere riflessiva. Ogni decisione della scienza può essere interpretata in vario modo, es. da due politici avversari. Osservare significa operare distinzioni. Dove si rinviene la struttura logica di tali decisioni. La logica elabora posizioni di regolazione e di controllo. Mi fermo qui per non appesantire la discussione, ma sono gli elementi fondanti della postmodernità, ed invito alla riflessione. In conclusione, utilizzo la risposta di mio nonno alla risposta del suo Tenente alla domanda su quanti soldati morivano in guerra (era la Grande Guerra). Rispose il tenente: solo il 5%. Replica di mio nonno: va bene, ma se mi trovo nel 5%, per me è morto tutto il mondo. Rischio è l’unità della differenza tra quello che accade quello prevedibile. In conclusione, non esiste un rischio ragionato, e cioè la scelta del decisore può sempre essere cambiata con altra scelta. In definitiva siamo in alto mare, ma è giusto che sia così: bisogna essere sempre pronti alle variazioni. Rispondi