Sulle sponde del Mediterraneo-Convegno organizzato dalla facoltà di teologia Cultura 23 Marzo 202323 Marzo 2023 di M. Siranush Quaranta Mediterraneo, migranti e pace in un convegno a Bari Il 14 marzo 2023, per la prima volta, la Facoltà teologica ha rinunciato alla propria sede ed ha organizzato assieme all’Arcidiocesi Bari-Bitonto e all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, la giornata di studio dal titolo “Sulle sponde del Mediterraneo: teologia e prassi di dialogo, di inclusione e di pace”, presso il Dipartimento di Giurisprudenza aula “Aldo Moro”. Prof. Moro prof. Mignozzi prof. Leggi prof. Autiero Mons. Cacucci Si è voluto agire concretamente nel rapporto tra contesti differenti e associare la comunità universitaria a quella ecclesiastica, proprio per portare fattivamente avanti l’unità e l’inclusione nel nome del Mediterraneo. Nel corso della mattinata si è sviluppato il tema “Apulia Mediterranea: pensare la fede in contesto – Quale missione per la Facoltà di Teologia?”, mentre il pomeriggio è stato dedicato a” Bari capitale dell’unità e dell’inclusione – Città sostenibili e nuovi modelli di pace a partire dal Mediterraneo”. Dopo i saluti istituzionali del prof. Vito Mignozzi, Preside della Facoltà Teologica Pugliese, di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto, della prof.ssa Carmela Ventrella, Coordinatrice dei corsi di laurea presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università barese, la discussione è stata moderata dal prof. Jean Paul Lieggi, Docente ordinario di Teologia dogmatica della Facoltà Teologica Pugliese. I due relatori che si sono alternati sono stati il prof. Giuseppe Moro, Docente ordinario di sociologia generale e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche presso l’Università barese e il prof. Antonio Autiero, Docente emerito di Teologia morale all’università di Münster. Il primo ha sottolineato che il Mediterraneo nei secoli è sempre stato al centro delle riflessioni culturali a partire da Braudel nel 1949, per passare a Zolo, Latouche e Cassano; questo mare, in quanto pluriverso di popoli- lingue- espressioni artistiche, può rappresentare una logica alternativa alla globalizzazione, valorizzando il sapere senza preconcetti e chiusure. In prima fila da sinistra si riconoscono Mons. Cacucci, Mons. Zuppi, Mons. Ricchiuti E’ vitale per l’Europa ritrovare le proprie radici mediterranee, favorendo la cooperazione e traducendo i confini in immunità a tutti i fondamentalismi. Ma è anche importante che l’Italia stessa recuperi l’unità al suo interno, per acquisire un ruolo centrale e decisionale. Non si deve dimenticare che il mare nostrum è anche un luogo di morte, di contrasti, di guerre (guerra in Libia, in Siria, nel Mar Nero). Da questo mare possiamo guardare a Nord-Sud (separa-unisce Europa e Nord Africa), ed a Est-Ovest (Medio-oceano e Balcani), e queste due direzioni sono tra loro complementari. L’obiettivo è che sulle sue rive si possa vivere in pace in una “convivialità delle differenze”. Saluti-del-Sindaco-di-Bari-Antonio-Decaro-del-Prefetto-di-Bari-Antonia-Bellomo-della prof. ssa Carmela-Ventrella del prof. Andrea Lovato Il prof. Autiero ha, invece, ribadito l’importanza dei contesti dove si opera, poiché ognuno presenta peculiarità specifiche, come paradigma per sviluppare il “pensare critico” e un imperativo per produrre arricchimento (Michela Murgia). La sessione pomeridiana si è snodata attorno al titolo “Bari capitale dell’unità e dell’inclusione – Città sostenibili e nuovi modelli di pace a partire dal Mediterraneo”. I saluti sono stati del prof. Andrea Lovato, Direttore del dipartimento di Giurisprudenza di Bari, della dott.ssa Antonia Bellomo, Prefetto di Bari. Il Sindaco di Bari e Presidente dell’ANCI Antonio Decaro, dopo aver ricordato come Bari nel 1991 è stata la prima città ad accogliere un enorme flusso migratorio con l’arrivo della nave Vlora e il suo carico di albanesi – un alveare umano -, con i cittadini che si sono attivati contro lo stesso Stato che aveva isolato i profughi nello stadio Della Vittoria, ha menzionato il recente dramma di Cutro, in Calabria. Per il sindaco la risposta non è quella di indicare ai migranti il porto più vicino dove attraccare, ma fare in modo che l’Europa tutta sviluppi l’integrazione a partire da “un’accoglienza diffusa”. Il Magnifico Rettore dell’Università di Bari prof. Stefano Bronzini, ricordando Cutro ha parlato di “ retorica delle parole e del dolore” e della necessità del silenzio; Bari, proprio per la sua posizione, può essere luogo dove incontrarsi e mettere d’accordo le differenze, costruendo un vocabolario delle inclusioni. Il Sindaco di Bari Antonio Decaro con S. Em. Card. Zuppi Ha fatto seguito la tavola rotonda moderata dal dott. Nello Scavo, giornalista di “Avvenire”, con la visione dell’intervista a S.Em. Card. Jean-Marc Aveline, Arcivescovo di Marsiglia, e gli interventi: di S.Em. Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, per cui raggiungere la pace è un processo lungo, instabile ed occorre fare memoria per guardare al futuro, poiché le tragedie reiterate ci devono far riflettere (l’università è l’istituzione con cui camminare per produrre risultati fattivi); di S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo emerito di Bari-Bitonto, il quale ha richiamato gli eventi del 2018 e 2020 con le visite a Bari del Papa, quando si sono vissuti alti momenti ecumenici e dove la Puglia era apparsa come “arco di Pace e non arco di guerra”, ma ora, purtroppo, si sta vivendo il forte clima destabilizzante di rottura all’interno della famiglia ortodossa; di Don Tonio Dell’Olio, Presidente “Pro Civitate Christiana”, e del prof. Paolo Ponzio, Docente ordinario di Storia della filosofia dell’università barese, il quale ha rimarcato come Don Tonino Bello spiegasse la “convivialità delle differenze” associandola alla relazione tra Caino e Abele, per indicare che le differenze esistono e vanno accettate. Nell’ambito dell’incontro è stato presentato il progetto di studio interuniversitario realizzato da studenti dell’Università Aldo Moro e della Facoltà teologica Pugliese; i ragazzi hanno individuato alcuni punti per far diventare Bari città d’inclusione: una casa del pellegrino, rafforzamento della collaborazione tra istituzioni , creazione di un osservatorio per le libertà religiose. Nelle conclusioni affidate a S.E. Mons. Giuseppe Satriano, egli ha ripreso quanto detto all’inizio della giornata di studio parlando di dialogo-inclusione-pace come le tre coordinate per sviluppi futuri, e si detto convinto della portata strategica di Bari e del Mediterraneo come mare aperto all’incontro, al dialogo e all’inculturazione reciproca, perché non ci sia più una nuova Cutro. L’Arcivescovo ha affermato che non bisogna più restare chiusi (anche a livello pastorale), ma crescere e rinnovarsi destrutturando modelli oggi desueti e rilanciando rapporti veri e ricchi di umanità; occorre spostare l’attenzione dal fare all’essere, poiché l’uomo deve riscoprire passione, desiderio e appartenenza ad un tutto, anche mettendo insieme il lavoro della Facoltà teologica e quello dell’Università attraverso un approccio critico della realtà. Occorre superare la paura e riconsiderare l’altro, tenendo conto che il problema migratorio viaggia assieme a “ quello del clima, dell’ambiente e dell’identità dell’Europa”.