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IL Mare Matto nelle opere di Nicola Amato

crazy-nicola amato

di Piero Fabris

Inaugurata a Bari la mostra dal titolo Crazy di Nicola Amato presso la Galleria Misia in via Putignani 153, alla quale è intervenuta la nota storica dell’Arte Christina Farese Sperken. 

Un bel modo per festeggiare i quarant’anni di un’attività commerciale come quella di Stefano Straziota che sa proporre mobili di pregio e valorizzare il raffinato. In questi spazi suggestivi i lavori di Nicola Amato hanno trovato la giusta atmosfera grazie alla quale è svelato non solo il suo animus creativo. Si coglie il rapporto con tavolozze coloratissime; le sue relazioni con stampe di scatti fotografici che ridotte in strisce, intreccia restituendoci immagini con un effetto tridimensionale. Avrebbe potuto ottenere lo stesso esito utilizzando programmi del computer!  L’amore per la manualità lo ha portato a sperimentare e così l’artista ha trattato quelle fasce come fili per una tessitura.

Crazy- Nicola Amato
Nicola Amato

La sequenza di questi ritratti sembrano un omaggio alle civiltà del passato, un viaggio nella storia del nostro mezzogiorno. Sono esposte statuine di San Nicola frutto del bisogno di modellare la creta, quasi fossero i souvenir di un pellegrinaggio interiore sulla figura del Santo di Mira. Si sorride davanti a un’opera dal titolo “rott-amato” nel cui titolo ritroviamo il cognome e scopriamo l’umorismo col quale affronta il tema dell’ecologia. Ha recuperato fotografie “sbagliate” ne ha fatto dei piccoli cubi che ha compattato insieme e quel solido sembra richiamarsi alla pietra scartata dai costruttori divenuta testata d’angolo. Nicola Amato non nasconde la passione per la Pop Art. Trasforma i camaleonti, i rinoceronti o ippopotami in icone di un viaggio Crazy che tradotto vuol dire matto, pazzo folle, un tuffo nel fantastico, nel geneticamente modificato del quale il camaleonte potrebbe essere un simbolo e certi animali dipinti come un mosaico di pelli diverse il segno di una deriva umana che capovolge valori e visioni della realtà? E allora il caro ulivo per esempio ha una chioma di tentacoli.

Visitando la galleria giungiamo nel giardino sul fondo e si ha la sensazione di volteggiare in un acquario tra branchi di pesci che perdono facilmente la memoria. Una Mostra quindi come un balzo tra correnti della meraviglia che sa farci toccare fondali di cieli onde del nostro ecosistema. 

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