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L’assassinio di Haniyeh e il suo funerale a Teheran. Accuse e ripercussioni

I funerali a Teheran di Haniyeh @ foto ArmenPress
Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta

Mercoledì 30 luglio Hamas è stato tra i primi a dichiarare che il suo capo politico Ismail Haniyeh era stato assassinato nella capitale iraniana, Teheran, incolpando Israele della sua morte, come un raid sionista sulla residenza di Teheran.

Ismail Haniyeh @ RAINews.it
Ismail Haniyeh @ RAINews.it

Haniyeh e una delle sue guardie del corpo sono stati uccisi dopo che l’edificio in cui alloggiavano era stato colpito da un missile (anche se le ultime indiscrezioni parlano di un ordigno esplosivo nascosto nell’edificio e fatto esplodere da remoto), come si legge nella dichiarazione che era stata diffusa, aggiungendo inoltre che egli si trovava a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian.

La conferma della morte era giunta anche dal corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC).

Inizialmente Israele non aveva commentato la notizia mantenendo il riserbo, e i media locali avevano riferito che l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu aveva ordinato ai ministri israeliani di non rilasciare alcuna dichiarazione sull’assunzione di responsabilità (Gerusalemme Post). E gli stessi membri della Knesset, il Parlamento israeliano, avevano ricevuto medesime istruzioni.

Intanto l’Iran aveva immediatamente dichiarato il lutto nazionale dal 31 luglio al 2 agosto per la morte del capo dell’ufficio politico del movimento radicale palestinese Hamas.

Come riferito dalla Tass: “Il governo della Repubblica islamica dell’Iran, esprime le sue condoglianze al popolo oppresso e resistente della Palestina e ai familiari di Haniyeh e dichiara il lutto nazionale in tutto l’Iran mercoledì, giovedì e venerdì”, precisando che si sarebbe trattato di un altro crimine di Israele.

Il nuovo presidente iraniano Pezeshkian aveva subito annunciato, dopo la morte di Haniyeh, che la sovranità iraniana sarebbe stata difesa, diffondendo le sue intenzioni anche sui social X e Twitter:” la Repubblica islamica dell’Iran difenderà la sua integrità territoriale e la sua dignità e farà sì che gli invasori terroristi si pentano delle loro azioni codarde”.

Il presidente iraniano, sottolineando che i rapporti con il popolo palestinese saranno ancora più forti come il sostegno alla loro resistenza, aveva ricordato come il giorno prima avesse stretto la mano di Haniyeh, mentre ora “devo seppellirlo sulle mie spalle”, riferendosi alla cerimonia del suo insediamento di martedì 30 luglio.

Subito dopo la notizia i cittadini palestinesi si erano mobilitati in massa, con uno sciopero generale nei Territori.

L’Iran durante la notte aveva annunciato la chiusura del proprio spazio aereo. Si è diffuso un allarme nel mondo per le conseguenze di un eventuale blitz iraniano verso Israele.

Intanto migliaia di persone hanno sfilato a Istanbul, dopo le preghiere della sera, per denunciare la morte del leader di Hamas, radunandosi fuori dall’imponente moschea del quartiere di Fatih e scandendo messaggi anti Israele, ed hanno poi marciato per 2 km in risposta ad un appello della principale ONG islamica turca Ihh.

Sempre il 31 luglio c’è stato uno scambio di accuse tra Iran e Israele al Consiglio di Sicurezza Onu, dove gli Stati Uniti hanno mostrato l’intenzione di voler evitare una escalation.

Definendo un atto di terrorismo l’assassinio del leader di Hamas da parte di Israele il rappresentante dell’Iran all’ONU nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza ha accusato Israele di aver ignorato e di ignorare le regole del diritto internazionale: “Persistenti e sistematici attacchi contro i palestinesi a Gaza hanno portato distruzione e una profonda crisi umanitaria. Per quasi 10 mesi diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, hanno protetto Israele dalle responsabilità del massacro a Gaza”.

Il rappresentante di Israele presso le Nazioni Unite ha accusato di ipocrisia il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come riportato dal Guardian:” dov’erano le condanne di Hezbollah e dei suoi fornitori iraniani per il massacro dei 12 bambini!” ha detto il rappresentante israeliano ricordando l’attacco sulle alture del Golan.

Il rappresentante palestinese ha precisato che la guerra a Gaza non è soltanto una crisi umanitaria, ma una crisi esistenziale, condannando l’uccisione del leader di Hamas e criticando i crimini di Israele.

Gli USA continueranno a lavorare per evitare una guerra più ampia, ha affermato il rappresentante americano all’ONU intervenendo alla riunione.

Intanto il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato l’uccisione di Haniyeh invitando il popolo palestinese e le forze popolari all’unità, alla pazienza e alla fermezza di fronte all’occupazione israeliana, ricordando come il suo assassinio rappresenta sì una grave escalation ma che non raggiungerà i suoi obiettivi.

Intanto Delta e United Airlines hanno cancellato i voli per Israele, e gli Stati Uniti hanno elevato a livello quattro, il più alto possibile, la loro raccomandazione di lasciare e non recarsi in Libano a causa delle crescenti tensioni tra Hezbollah e Israele.

La preghiera dell'Ayatollah Khamenei durante i funerali @ Euronews
La preghiera dell’Ayatollah Khamenei durante i funerali @ Euronews

Ieri mattina si sono svolti a Teheran i funerali con l’ayatollah Ali Khamenei che ha guidato le preghiere funebri. La cerimonia è partita dall’università della capitale iraniana alla presenza del presidente Pezeshkian e di una folla oceanica. La televisione iraniana ha mostrato le bare di Haniyeh e della sua guardia del corpo caricate su un camion e spostate verso piazza Azadi a Teheran. Successivamente la bara sarà trasferita in Qatar per la sepoltura che avverrà domani.

La paura più pressante è che l’Iran, in alleanza con Qatar e Arabia Saudita, decida di effettuare un attacco contro Israele, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l’utilizzo dello spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti.

I due feretri esposti in piazza Azadi @ Euronews
I due feretri esposti in piazza Azadi @ Euronews

Certamente questa situazione assesta un duro colpo alla possibilità di un cessate fuoco nella Striscia, soprattutto nelle trattative tra Hamas e Israele sulla liberazione degli ostaggi nella striscia e sui raid a Gaza.

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