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Gianni Zanni il fotografo delle tradizioni e dell’artigianato pugliese

di Piero Fabris

Gianni Zanni mi viene incontro sul pianerottolo e mi invita ad accomodarmi in un salotto ampio e luminoso, adatto a uno studio di posa. Prendiamo posto davanti al suo tavolo da lavoro e ci immergiamo nei suoi progetti fotografici.  Mi racconta di quando dipingeva e frequentava l’Accademia di belle arti; guardava con ammirazione all’impegno artistico di Graham Vivian Sutherland e Francis Bacon, ritrovando nelle loro opere l’ironia raffinata e l’onestà intellettuale di chi sa esprimere il proprio dissenso e smascherare l’ipocrisia con eleganza, preferendo rimanere fedele al proprio sentire. Sul suo viso appare un sorriso quando afferma di considerare la fotografia uno strumento d’Arte democratico, scelto come linguaggio più immediato, ovvero capace di arrivare a un maggior numero di fruitori con più facilità o forse congeniale al suo essere distaccato e concentrato. Siamo davanti al suo computer sul quale scorrono le immagini dei suoi lavori e l’occhio carambola tra scatti puliti, composizioni ben studiate, alcune sono still life, espressione inglese che si traduce in italiano in “natura morta”. Nelle fotografie dello Zanni, le “nature morte” sono avvolte da una luce particolare, quella del suo sentire, che trasmettono calore e sono il travaso di sperimentazioni, di ricerche personali, grazie alle quali congela atmosfere di sacralità “genuina”, popolare. Lo Zanni è molto attento alla forza comunicativa di uno scatto, all’inquadratura che rapisce attimi all’oblio per evocare l’animus sociale. Mi soffermo su degli scatti dedicati al paesaggio, mentre lui accenna all’incontro con Carlo Garzia, all’importanza dell’amicizia, all’incontro, al confronto, anzi al raffronto come arricchimento per il modo per guardare, interpretare, osservare secondo nuove ottiche, l’ambiente che ci circonda.

Scatto di G. Zanni Polignano – Scoglio dell’eremita – Bagnanti

. Gianni Zanni sa farsi compagno di viaggio come pochi, e trasmettere la meraviglia consegnando all’osservatore “nuovi panorami” grazie al suo spirito curioso, ma non invadente. Tra la fine degli anni settanta e inizi degli anni ottanta andò alla scoperta del paesaggio pugliese, con l’entusiasmo del neofita che si apre a nuovi scenari per luoghi che credeva di conoscere. È come se il nostro Fotografo sia un eterno studente lontano da una realtà dove tutti si sentono professori pronti ad offrire i propri servizi al ribasso e pessime stampe, schiavi di un’utenza che vuole tutto velocemente; sembra estraneo a città dove in molti si improvvisano insegnanti di fotografia senza averne esperienza, cultura e l’abilitazione, a differenza di chi, come lui, faceva il pendolare tra l’università Ca’ Foscari di Venezia e la città natale. E intanto continuo il mio periplo tra i suoi lavori con i quali ha documentato feste, processioni, artigiani del ferro, del legno, della terracotta e poeti di strada.

Foto di G. Zanni – Isole Utopia

. La sua ricerca documentaristica mira a fermare aspetti del “paesaggio sociale” nella quale guizza libero lo spirito semplice, ma autentico della gente alla ricerca del sacro negli scenari umani. Attraverso certi scatti si coglie l’arte, forse perduta, dello stare assieme e mi soffermo sulle lunghe tavolate per la festa di San Giuseppe, una tradizione di Lizzano (Taranto), poi torno indietro ai giocattoli in legno di un artigiano di Maglie di nome Nino Giustiziero che aveva bottega in corte del Droso nel centro storico. Mi incanto davanti alla sequenza di scatti fatti a Ruffano, in provincia di Lecce dove Serafino Manco si è lasciato immortalare mentre realizza nella propria bottega fischietti in terra cotta.

Foto di Gianni Zanni

A colpirmi è l’esigenza di comunicare a largo spettro di Gianni Zanni.  E’ il suo ingrediente segreto che rende magnetica la sua ricerca.  Gli chiedo a quale progetto fotografico sta lavorando, mi risponde con due parole: “Scoprire le affinità!” Obbedendo al bisogno di raffrontare, di ricercare i paralleli tra passato e presente si diverte a mettere in comparazione foto scattate molti anni prima con altre più recenti, lasciando all’osservatore la possibilità di cogliere la differenza tra le immagini di ieri e quelle di oggi dove il cemento sta seppellendo le bellezze selvagge, anima della regione. Gli chiedo di tornare indietro sulle foto del progetto “Coena Domini”, nella mia testa è viva l’immagine dell’affresco di Leonardo da Vinci che rappresenta l’ultima cena.

Foto di Gianni Zanni – Coena Domini

Rimango senza parole, al sol pensiero che le pietanze sulla tavola sono ancora nei nostri menù pugliesi. Progetti tutti interessanti per la cultura gastronomica, per il valore demo-etno-antropologico per riflettere sull’essere umano dal punto di vista sociale e culturale.   

Occhio x Ritratto foto di Gianni Zanni

Curriculum Artistico di Gianni Zanni

Gianni Zanni è nato e vive a Bari. Si occupa di fotografia dalla metà degli anni settanta avvicinandosi inizialmente alla tradizione e alla cultura materiale e subalterna pugliese; ha fotografato per diversi anni i diversi aspetti dell’artigianato artistico e le feste popolari in Puglia. Dopo velleitari tentativi di laurearsi in Ingegneria si iscrive al corso di scenografia presso l’accademia BB. AA. Di Bari, diplomandosi con lode; partecipa alla fondazione della Galleria SpazioImmagine insieme ad altri operatori culturali locali avendo iniziato ad interessarsi della fotografia del nuovo paesaggio già all’inizio degli anni ottanta. Ha frequentato vorkshop con diversi autori qualificati, tra i quali Italo Zannier, Mario Cresci, Gabriele Basilico, Guido Guidi e Domingo Milella. Successiva esperienza lo ha portato a dirigere la Galleria “La Corte Fotografia e Ricerca” e, in questa occasione gli sono stati presentati molti protagonisti del panorama fotografico italiano. Nel 2011 è stato chiamato da Italo Zannier per presentar sue foto presso il padiglione Italia in occasione del Salone della Biennale di Venezia a Bari. Dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento della materia tecnica, storia della fotografia ed elaborazione digitale delle immagini presso l’Università Ca’ Foscari ha insegnato come docente di ruolo presso Istituti Professionali a indirizzo grafico/fotografico. Molte sue foto si trovano presso “Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari di Roma, “La fondazione Pascali” in Polignano e nell’Università degli Studi della Basilicata, dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo.  

17 settembre 2024

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