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A Roma celebrata la Festa Nazionale della Repubblica d’Armenia

Festa dell'indipendenza armena 2024
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Il 25 settembre 2024 presso il Grand Hotel Parco dei Principi di Roma si è tenuto il ricevimento per celebrare i 33 anni dell’Indipendenza della Repubblica d’Armenia. Alla festa hanno partecipato numerosi rappresentanti del Governo e del Parlamento italiano: il vice primo ministro e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Giorgio Silli, il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario di Stato Andrea Delmastro delle Vedove, il primo presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano, il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Meliadò, il procuratore generale militare Maurizio Block, il presidente del gruppo di amicizia Italia- Armenia Giulio Centemero, nonché ambasciatori accreditati in Italia, autorevoli personalità dei settori accademico, sanitario, militare, della cultura e del giornalismo, diplomatici e consoli onorari  della Repubblica d’Armenia in Italia, una rappresentanza della comunità armena.  Quest’anno la celebrazione è coincisa con la conclusione del mandato in Italia dell’Ambasciatrice d’Armenia S.E. Tsovinar Hambardzumyan ed ha assunto un duplice significato.

Discorso di S.E. Tsovinar Hambardzumyan
Discorso di S.E. Tsovinar Hambardzumyan

Dopo gli Inni nazionali armeno e italiano eseguiti dalla soprano Gohar Farajyan, ha preso la parola l’Ambasciatrice, la quale ha voluto tracciare un bilancio dei quattro anni del suo mandato in Italia. Nel suo discorso si è sottolineato come in questo periodo S.E. sia stata molte volte invitata alle audizioni parlamentari sia in Senato che alla Camera dei deputati sui temi dell’Armenia e dell’Artsakh, che hanno portato ai positivi sviluppi nella cooperazione nel campo della difesa tra i due paesi con le reciproche visite delle due delegazioni.

Anche nel campo economico i progressi sono stati tangibili; basti ricordare come il fatturato commerciale tra Armenia e Italia è aumentato di circa il 20% ogni anno superando la soglia dei 420 milioni alla vigilia del 2024; anche gli investimenti italiani in Armenia sono aumentati significativamente nei settori dell’energia, delle infrastrutture, del tessile e dell’edilizia.
Inoltre, i circa venti voli settimanali operativi e diretti a Yerevan da Roma. Venezia e Milano, favoriscono il turismo e il commercio.

La cultura ha sempre occupato un posto di primo piano, e tra le tante iniziative è stato ricordato come presso l’Università La Sapienza di Roma sia stato introdotto, per la prima volta, il corso di studio della lingua e cultura armena, grazie alla Magnifica rettrice Antonella Polimeni. Numerosi sono stati in tutta Italia i convegni e le giornate di studi armenistici; cospicue le pubblicazioni di libri sulla storia, cultura e letteratura, sul genocidio armeno, (importanti i tre volumi delle opere in italiano del poeta armeno Charents); mentre tra gli eventi culturali più significativi è stato ricordato il concerto diretto dal maestro Riccardo Muti tenutosi a Yerevan nel 2021 nell’ambito dell’annuale Festival di Ravenna. Tutto ciò a dimostrazione dell’intensità dei rapporti tra Armenia e Italia. “Questi significativi risultati sono stati ottenuti grazie all’attiva partecipazione collettiva e individuale; perciò, sono riconoscente a ognuno di voi. Sono orgogliosa e grata per la alta onorificenza statale conferitami del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è stata da un lato un apprezzamento ma dall’altro una grande responsabilità nel continuare a fare del mio meglio per portare avanti la ricca agenda delle relazioni armeno-italiane” ha detto S.E. Hambardzumyan.

Questi quattro anni di mandato italiano sono stati anche attraversati dalla pandemia, dai 44 giorni della guerra in Artsakh che ha portato nel 2023 alla diaspora di più di 120.000 armeni dal Nagorno Karabakh in Armenia, con il suo annientamento perchè inglobata all’Arzerbaigian.

L’Ambasciatrice ha poi ringraziato il vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini per la sua inalterata disponibilità verso l’Armenia e soprattutto verso la comunità armena presente in Italia; i colleghi della Farnesina e tutti i rappresentanti politici, religiosi, magistrati, diplomatici accreditati a Roma e gli italiani che sono diventati parte integrante della comunità, che non sono armeni di nascita ma per scelta.  

“Ringrazio i consoli onorari Pietro Kuciukian e Gagik Sarucanian i cui servizi all’Armenia vanno oltre i semplici doveri istituzionali. Un caro connazionale Dario Rupen Timurian è recentemente entrato a far parte della comunità dei consoli con cui inaugureremo il Consolato a Bari (avvenuta il 28 settembre), e sono pienamente fiduciosa che il dottor Timurian adempirà la missione affidatagli con altrettanta dedizione- ha continuato l’Ambasciatrice-. Celebrare l’Indipendenza per noi significa celebrare la scelta di un percorso per una società libera, per la democrazia e vi assicuro altresì che l’Armenia è sempre stata determinata, e lo è ancora di più oggi, a costruire la pace nel Caucaso meridionale e stabilire i rapporti con tutti i paesi vicini e lo ha dimostrato con passi concreti: il governo armeno ha sviluppato e proposto il progetto “crocevia della pace” che prevede lo sblocco delle infrastrutture di trasporto nella regione sotto la sovranità e la giurisdizione nazionale degli Stati. Sono convinta che tale apertura potrà segnare una svolta verso un futuro di pace e prosperità per i popoli della regione. Permettetemi di dire che la mia lotta migliore è stata attraverso la cultura, quindi un ringraziamento particolare lo devo a tutti coloro che rappresentano il mondo della cultura e accademico, dell’arte e spettacolo; esprimo la mia gratitudine ai giornalisti per i quali la libertà di informazione e soprattutto un valore che senza vincoli e condizionamenti politici si sono impegnati a divulgare informazioni sull’Armenia e sul popolo armeno con grande onestà e professionale a volte anche divulgando informazioni politicamente scomode”. Inoltre, ha auspicato che verranno riservate le stesse attenzioni al suo successore, in modo da assicurare continuità al lavoro svolto in questi ultimi anni.

“La conclusione del mio mandato In Italia segna la fine di un capitolo importante della mia vita e l’inizio di una nuova pagina; durante il servizio ci sono stati ovviamente tanti giorni belli ma anche difficili, emozioni positive e meno positive, conquiste e delusioni. Tuttavia, il fascino di questa pagina della mia vita è che di questo meraviglioso paese conserverò ricordi belli: vi assicuro che lascerò una parte del mio cuore in Italia per sempre, e porterò una parte dell’Italia nel mio cuore ovunque sia. Buona festa dell’indipendenza della Repubblica d’Armenia” ha concluso con commozione il suo intervento.

On. Giorgio Silli
On. Giorgio Silli

Il Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale onorevole Giorgio Silli, prendendo la parola ha ringraziato l’Ambasciatrice per il suo intervento, che ha suscitato grandi emozioni.
“Celebrare l’anniversario dell’Indipendenza della Repubblica armena ha un alto valore simbolico, rappresentando un’opportunità per affermare i profondi legami tra Italia e Armenia e riflettere sullo straordinario percorso comune dei due popoli e sulle prospettive future. Nel corso dei secoli italiani e armeni hanno costruito un partnerariato solido, basato su una comunanza di valori e una fiducia reciproca consolidata nel tempo (…). Oggi proseguiamo su quel sentiero animati da un dialogo intenso che continua a favorire una crescita costante delle relazioni bilaterali in diversi settori, di scambi, di visite ad alto livello che ne sono la prova tangibile”, ha detto Silli.

Naturalmente è nel campo culturale che il rapporto tra le due Nazioni trova la sua massima espressione: Italia e Armenia condividono un patrimonio storico culturale dalle radici comuni e uniche.

“Italia e Armenia continueranno a lavorare insieme anche per garantire pace, stabilità e prospettive di sviluppo sostenibile a tutto il Caucaso meridionale; a tal fine l’Italia continuerà a promuovere e sostenere ogni iniziativa di dialogo costruttivo in un’ottica di sostegno al rafforzamento dei legami dell’Unione Europea con l’Armenia. In questo contesto confidiamo che Roma possa presto diventare teatro di progressi significativi sul percorso di normalizzazione, fondato sui pilastri del rispetto reciproco e della cooperazione paritaria. In queste mie parole si riassume anche il lavoro intenso e proficuo che abbiamo svolto insieme con l’Ambasciatrice cui do un sincero ringraziamento a nome mio e del Ministero degli esteri, per un impegno instancabile a favore delle relazioni tra Italia e Armenia. Confidiamo di poter proseguire altrettanto efficacemente il nostro lavoro con il prossimo Ambasciatore della Repubblica di Armenia, cui saremo lieti di dare il benvenuto”, ha terminato il suo discorso.

Intervento del senatore Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei ministri
Intervento del senatore Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei ministri

Il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti il senatore Matteo Salvini ha auspicato “le migliori fortune a una rappresentante che ha sempre parlato di pace, anche in momenti in cui umanamente avrebbero potuto essere altri gli istinti. (L’Armenia) è il primo paese ad avere il cristianesimo come religione di Stato, questo non può lasciarci indifferenti così come non può lasciarci indifferenti il tentativo di cancellare, i segni e i simboli di una cultura millenaria. (…). Sono convinto che troveranno una soluzione, perché per la loro posizione geopolitica Italia ed Armenia hanno un ruolo fondamentale di equilibrio, però(…) io non vorrei che nell’Artsakh ci fosse il progetto, non solo di occupazione militare ma di cancellazione, di sradicamento di una cultura che ha una storia passata, presente e futura, e quindi mi auguro, e lo dico a nome del governo italiano, che non ci siano teatri di guerra di serie A e teatri di guerra di serie B. Ancora adesso nel 2024 ci sono paesi che ostinatamente si rifiutano di riconoscere quello che è stato un genocidio, il primo genocidio del ventesimo secolo, e mi vergogno per coloro che ancora prevedono il carcere o la censura per quello che è stato un genocidio che deve continuare a essere studiato sui libri di storia. Le relazioni economiche sono ottime; da ministro dei trasporti e infrastrutture so che c’è massima collaborazione. (…). Italia e Armenia sono vicine anche per la diaspora: nel mondo ci sono più armeni fuori dall’Armenia che non quelli che sono rimasti in territorio. La comunità armena in Italia è eccezionale, ho occasione di incontrarla frequentemente e magari non sono numericamente preponderanti come altre comunità ma sono assolutamente qualificati e qualificanti ed arricchiscono economicamente, ma soprattutto culturalmente, il nostro paese. Così come gli italiani nel mondo, anche loro mantengono la loro storia, la loro lingua, il loro orgoglio e la loro bandiera nel cuore. Non entro nel merito di controversie che non mi competono quando ci sarà un’iniziativa dove occorrerà dimostrare di essere senza se e senza ma con il piede in una scarpa in onore del popolo armeno: io sarò sempre al vostro fianco”.

Durante la serata è stato inoltre presentato Alen Miklitaryan, un genio riconosciuto nel mondo degli occhiali di altissimo livello, un armeno francese rappresentante della diaspora, testimone di quel contributo che gli armeni del mondo hanno dato all’umanità. È stata presentata l’esclusiva collaborazione con la società italiana Danshari, la collezione “Armenian Soul” della Dansharyan, la società che nasce da questo connubio armeno-italiano e prende “ian” la parte finale che distingue quasi tutti i cognomi armeni. In un breve filmato è stato raccontato l’amore per l’Armenia che ha portato a creare questo brand di lusso, dove tutto parla di questa terra a partire dai nomi degli occhiali, Yerevan, Noravank, Garni, ecc, tutti luoghi simbolo armeni.

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