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La rivista Humanitas di Piero Delfino Pesce fucina di energie intellettuali

di Piero Fabris

Ingresso della Biblioteca Metropolitana De Gemmis-Bari

Si terrà tra il dieci e l’undici di ottobre presso l’auditorium della Biblioteca metropolitana De Gemmis (Strada Lamberti n°3 in Bari) e il dodici e tredici ottobre presso il teatro Nicolò Van Westehout (Via Van Westehout n°17 in Mola di Bari) il convegno nazionale dal titolo: Cent’Anni di Humanitas. Come da programma interverranno molti studiosi da tutta la penisola, in merito alle vicende editoriali della rivista Humanitas (1911 al 1924) e del suo direttore, l’intellettuale molese Piero Delfino Pesce (1874 – 1939) del quale la biblioteca De Gemmis custodisce un fondo archivistico di notevole interesse. L’iniziativa è promossa e organizzata dalla città metropolitana di Bari, la biblioteca De Gemmis e il centro di documentazione Piero Delfino Pesce diretto dal prof. Nicola Fanizza, anche curatore della mostra documentaria insieme al prof. Domenico Deluso, allestita al pian terreno della biblioteca metropolitana barese.

Il convegno celebra un doppio anniversario: i cento anni della chiusura della rivista e i centocinquanta anni dalla nascita del suo direttore, Piero Delfino Pesce (1874 – 1939) con lo scopo di ripercorrere la vita, le opere e principalmente per riflettere sulle avventure editoriali del fiero mazziniano pugliese.  Partner del convegno di studi: La Domus Mazziniana di Pisa che curerà la pubblicazione degli atti del seminario; IPSAC (Istituto Pugliese Antifascismo e Italia Contemporanea); AMI (Associazione Mazziniana Italiana; Comune di Mola). Già nel 1975 – evidenzia il professor Fanizza – si era svolta a Mola una tavola rotonda sulla figura di Piero Delfino Pesce, ma aveva assunto un carattere essenzialmente politico, mentre il nuovo convegno nazionale ha un respiro più ampio: intende dar voce a molteplici aspetti della gazzetta autarchica, così come era nello spirito del fondatore che raccoglieva attorno a sé belle energie intellettuali.

Alla programmazione del convegno si è giunti dopo più di due anni di studi, approfondimenti, ma soprattutto grazie all’ impegno, alla tenacia e alla passione del professor Nicola Fanizza e del prof Domenico Deluso, al loro amore per la ricerca nelle biblioteche, dove giacciono documenti illuminanti, utili a quanti desiderano avere una visione intellettualmente onesta dei fatti e delle idee di quegli anni. Biblioteche come credenze per cercare gli ingredienti fondamentali, per nutrire visioni sempre più larghe della realtà! L’interessantissima mostra documentaria allestita al pian terreno della biblioteca è un invito a soffermarsi sull’infanzia di Piero Delfino Pesce, sulla sua formazione culturale nella Napoli del XIX secolo. Offre la possibilità di ammirare documenti inediti sulla figura dell’intellettuale molese che fu autore di commedie, poeta, novelliere, critico d’arte, musicista, pittore, botanico, insegnante e combattente contro la privatizzazione dell’acquedotto pugliese. Attraverso l’avventura editoriale della rivista Humanitas, Piero Delfino Pesce, intendeva sprovincializzare la cultura italiana, facendo della testata un “salotto” culturale, meglio detto: un Telaio Culturale con contributi teorici, artistici provenienti, anche da paesi esteri.

Piero Delfino Pesce

Non è un caso se Tommaso Fiore lo definì: “Il più gentile dei fiori del sapere…” E il suo, era un fior di giornale, nato dall’esigenza di allacciare la tradizione mazziniana con gli ideali della rinascenza mediterranea e del radicalismo umanitario come ha ben evidenziato il Fanizza durante un’intervista. Il curatore del Convegno nazionale è anche autore di libri sull’argomento. La rivista Humanitas nacque dal bisogno di raccordare scienza, letteratura, difesa delle nazionalità oppresse con la realtà.  Le pagine di Humanitas riuscivano ad alimentare dibattiti su temi vicini alla gente come “la legge del pane” con la quale si proponeva il salario di cittadinanza, “la Questione Meridionale”, “Il rapporto tra materialismo e idealismo”, “la scuola”, senza dimenticare “la guerra”. Una testata alla quale dettero i loro contributi personalità come: Anton Giulio Bragaglia (teorico del foto-dinamismo), Il poeta Giuseppe Ungaretti, l’intellettuale messinese Enrico Cardile, Arnaldo di Crolalanza Giorgio La Pira e Salvatore Quasimodo. Humanitas pensata come una fucina di idee senza alcun pregiudizio o appartenenza ideologica. Una tribuna di opinioni sulla quale scrissero anche Terenzio Grandi, Napoleone Colajanni, Irma Melany Scodnik, Luigi Fallacara, Giovanni Carrano Donvito, Filippo De Pisis e Hrand Nazariantz. La rivista barese era molto seguita da nomi noti come: Gian Pietro Lucini, Antonio Gramsci, Gullame Apollinaire e Edward Stilgerbauer, tanto per citarne alcuni. Non dimenticherò mai l’entusiasmo contagioso del professor Fanizza quando mi propose di partecipare al convegno e, durante le numerose telefonate, commentavamo alcuni articoli.

Un’immagine della rivista Humanitas

Su Humanitas ci sono nomi dimenticati che andrebbero letti, ci sono firme che andrebbero approfondite, non citate e basta, altre sono da riscoprire come quella di Michele Pantaleo, il Falegname Anarchico, schedato dalla polizia come analfabeta in quanto aveva frequentato soltanto la scuola elementare. Al Pantaleo, Piero Delfino Pesce diede fiducia, pubblicò suoi articoli e novelle e lo assunse come correttore di bozze. Quando il Pantaleo fu arrestato per l’ennesima volta, il direttore di Humanitas si offrì di difenderlo. Sono le azioni di Piero Delfino Pesce a far di lui un uomo eccezionale, così diverso da quanti, ieri come oggi, amano farsi chiamare dottori sventolando riconoscimenti credendo che tutti siano pigri lettori, ai quali si possono propinare saggi e approfondimenti mal scopiazzati e troppo spesso imbrattati da fiumi di vocaboli nei quali è mimetizzato il loro bisogno di essere in prima fila solo per apparire grandi opinionisti.  Col suo impegno Culturale e Sociale, Piero Delfino Pesce è un esempio per quanti, sono al servizio del bene comune e non fanno dei giornali un mezzo per portare a se stessi. Piero delfino Pesce con la sua cultura e molteplici interessi è stato un uomo scomodo, un uomo coraggioso, un visionario pronto a edificare, sapendo riconoscere e mettendo insieme risorse umane. E, Humanitas era una pietra d’inciampo, una voce critica fastidiosa palesando opinioni diverse interrogandosi. Il suo direttore dovette subire perquisizioni, censura e repressioni, ma le pagine di libertà continuarono a uscire fino a quel dicembre del 1924, quando gli squadristi le dettero fuoco, irritati dalle posizioni chiare e combattive antifasciste della gazzetta autarchica.

Ingresso del Teatro Van Westerhout – Mola di Bari

Piero Delfino Pesce fu costretto a chiudersi nel proprio guscio. Era stato esonerato dall’insegnamento per non aver partecipato alla commemorazione della marcia su Roma. La rivista da lui diretta smise di essere un magnete per le belle energie del tempo. Certe personalità da grandi cifre, certi esempi di voce libera sono una eredità meravigliosa per quanti fanno dell’onestà intellettuale, il rispetto per le opinioni diverse dalle proprie uno stile di vita; l’essenza del loro essere Forza-Materia per costruire sentieri di civiltà, lastricati di valori umani che non hanno confini, ma sono soffi intensi e delicati che sanno far riardere, rigenerare il pensiero che riconoscere nell’altro ricchezza, alveo di idee illuminanti.        

Programma del Convegno Nazionale Cent’Anni di Humanitas

9 ottobre 2024

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