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Stefano Fassina presenta il suo libro a Bari

Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta
foto di Francesco Guida

Locandina evento di presentazione del libro di Fassina
Locandina evento di presentazione del libro di Fassina

Il 9 ottobre a Bari Stefano Fassina ha presentato il suo libro “Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord”. All’incontro erano presenti Marco Lacarra, deputato Pd, Gigia Bucci, segretario Cgil Puglia, Domenico De Santis, segretario Pd Puglia. Pier Luigi Bersani nella prefazione del libro scrive come ci sia un’intenzione politica di creare una cesura nella vicenda dell’Italia Repubblicana, cambiando l’impianto della Repubblica parlamentare, fino a stravolgerlo. “Si marginalizzerebbe la funzione del Parlamento e delle Istituzioni di garanzia, in primis quella del Presidente della Repubblica”. L’economista Fassina nella sua opera affronta una delle tematiche oggi più attuali, dove l’autonomia differenziata determina i suoi effetti non soltanto sulle regioni del Sud ma anche su quelle del Nord Italia. Il tema viene affrontato attraverso un’analisi con il contributo di esperti del settore, invitando tutti a riflettere sulle diseguaglianze territoriali e sui rischi connessi ad una possibile frammentazione del Paese. La presenza della Cgil indica come da tempo essa abbia avviato con varie forze sociali e politiche, un percorso di analisi e ricerca su quella che oggi è diventata legge. Introdotta nella Costituzione nel 2001, ritornata al centro del dibattito pubblico dopo le richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna e con il disegno di legge Calderoli, oggi l’autonomia differenziata è legge, esercitata su tutta la Nazione. Il suo impatto sulla distribuzione di risorse pubbliche nazionali ha preoccupato il Mezzogiorno d’Italia, ma i suoi contraccolpi stanno minando l’Italia intera. Nel suo libro Fassina precisa come Confindustria, Banca d’Italia, associazioni dell’artigianato e del commercio, cooperative, Anci, organizzazioni sindacali, la stessa Conferenza episcopale italiana, abbiano lanciato un allarme finora rimasto inascoltato: l’autonomia differenziata penalizza lavoratori, famiglie e imprese non solo al sud ma anche al nord. Quale potrebbe essere la strada alternativa per arrivare ad una soluzione politica e sociale? Per Fassina la strada sarebbe quella di creare una Camera delle Regioni, per tutelare l’unità della Repubblica e l’interesse nazionale.

De Santis, Fassina, Bucci e Lacarra
De Santis, Fassina, Bucci e Lacarra

De Santis moderando l’incontro ha precisato come il libro di Fassina, con l’importante prefazione di Bersani, sia utile in questo periodo, quando si spera di ottenere una risposta positiva dalla Cassazione per avviare la campagna referendaria. “Abbiamo raccolto in Puglia oltre 130.000 firme, anche online assieme alla Cgil, Uil, le associazioni e i comitati che si sono costituiti su tutto il territorio. Abbiamo iniziato a rivedere quella che sarà la campagna che dovremmo mettere per il referendum sull’autonomia differenziata, sul possibile referendum sul Jobs Act con le oltre 100.000 firme che sono state raccolte per chiedere al Parlamento di discutere sul salario minimo. Sono battaglie importanti”.

In questi mesi Pd, Uil e Cgil hanno collaborato con iniziative politiche miste per la prima volta dopo molto tempo. Il libro di Stefano Fassina racconta non solo le ragioni per cui l’autonomia fa male anche al Nord, ma soprattutto spiega le ragioni nazionali per cui occorra provare a costruire la campagna referendaria non utilizzando la leva del sud contro il nord del paese, ovvero il nord che prova a deprivare le risorse al sud deprimendola.

Per Gigia Bucci l’economista Fassina ha utilizzato i dati presenti nel libro per mostrare come l’autonomia differenziata sia un problema nazionale. Occorre fare un vasto fronte comune lavorando sui territori, allargando le discussioni. Oggi tre tematiche molto importanti sono la transizione ambientale, la transizione digitale e il contrasto a conflitti/guerre. La stessa economia non si muove più su base nazionale ma globale e per questo l’attore deve essere la nazione Italia che deve dialogare con le altre Nazioni.

L’on. Marco Lacarra si è soffermato sul fatto che il libro riprende il concetto di come questa legge potrà avere delle ripercussioni sugli italiani, facendo presente il rischio della frammentazione legislativa, economica e sociale. Quale soluzione propone Fassina? Formare ed informare la cittadinanza con esempi pratici e chiari, poiché è non esiste più il vecchio schema, l’ancestrale narrazione del sud che viene visto come rimorchio del nord.

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