Presentazione a Bari del volume La chiesa di San Martino e l’arte da salvare Arte Cultura 13 Novembre 202413 Novembre 2024 di M. Silvia Quarantafoto Francesco Guida Nel giorno dedicato a San Martino, l’11 novembre, è stato presentato il volume “La chiesa di San Martino e l’arte da salvare” (quoromedizioni), presso il Museo Civico di Bari. Locandina della presentazione del catalogo L’evento presentato da Liliana Tangorra storica dell’arte, ha visto i saluti di Francesco Carofiglio coordinatore del Museo Civico di Bari, di Gerardo Milillo presidente Aps Martinus (associazione a cui fa capo il recupero della millenaria chiesa di San Martino nel centro storico barese, uno degli edifici più antichi della città) e Alessandra Nitti, responsabile Fai giovani- Bari. Sono intervenuti Gioia Bertelli, già professoressa di storia dell’arte medievale dell’Università degli Studi di Bari, Marcello Mignozzi Ad, anch’esso professore di storia dell’arte presso l’Ateneo barese, Alessandro De Luisi, guida turistica e presidente di PugliArte Ets, Giancarlo Liuzzi, coordinatore editoriale del volume, Antonio Giannoccaro, architetto, con l’intervento di Gioacchino Leonetti capo delegazione Fai. Il catalogo, con contributi di esperti e storici dell’arte e fotografie di Valentina Rosati, è stato realizzato grazie alla campagna di crowdfunding #SaveMartinus, attiva sulla piattaforma Gofundme e con il sostegno della BCC Cassano delle Murge e Tolve. In questa occasione si è creato un connubio tra il passato e il presente per poter rilanciare la cultura e il patrimonio artistico presente nella città di Bari. In quest’ottica si è incentivata la collaborazione tra il gruppo Fai- giovani Bari e l’Aps Martinus, due giovani realtà attive nel panorama culturale cittadino che hanno deciso di unire le proprie forze per creare nuovi spazi di incontro per la cultura barese. Un momento della presentazione Nella pubblicazione, i cui temi presentati e la loro genesi sono stati discussi durante l’incontro, si possono ammirare le preziose opere, gli antichi affreschi e gli elementi artistici e architettonici presenti nella chiesa, rivelandoli volutamente nella loro situazione reale, nell’attuale stato di conservazione, proprio con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori a sostenere il restauro rendendoli partecipi di un’azione comune, come riappropriazione del proprio patrimonio culturale, della propria memoria storica, del proprio passato e delle proprie origini. La chiesa di San Martino è una cappella privata sorta su un precedente edificio di culto databile tra il IX e il X secolo d.C. A seguito di demolizioni e ricostruzioni, la chiesa è stata inglobata nel Palazzo Bianchi che tutt’oggi la custodisce. Venne gestita dai Benedettini dal 1860 agli inizi del 900, svolgendo la funzione d cappella di quartiere. Per decenni il suo ingresso è rimasto chiuso, nascondendo tutto il patrimonio di affreschi, ipogei, tombe e templi bizantini in essa presenti. Nei primi anni ’70, durante i lavori di consolidamento della struttura, aprendo un varco vennero alla luce inizialmente alcuni affreschi e i resti dell’antico tempio bizantino. È stata riaperta nel 2022, grazie alla disponibilità della famiglia Mitolo, proprietaria del bene, dalla Aps Martinus con l’obiettivo di trasformarla in un centro culturale funzionale e poi uno spazio museale aperto alla comunità. Serve un importante lavoro di restauro per riportare alla luce i tanti tesori ancora nascosti, rendendola fruibile a tutti. A dare incentivo alla sua presenza in terra di Bari è stata anche l’apparizione su Rai1, durante l’ultima stagione della serie tv Lolita Lobosco. Al suo interno sono presenti preziosi affreschi medievali, la tomba del sacerdote Smaragdo e altri pregiati elementi architettonico- artistici risalenti alle diverse epoche di vita della Chiesa. Facciata della chiesa di San Martino Uno degli affreschi presenti al suo interno Al termine dell’incontro i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare la chiesa di San Martino (strada dei Bianchi Dottula 3) guidati dagli autori della pubblicazione. Arrivando alla facciata di San Martino, si notano il timpano spezzato e due volute laterali, al di sopra della quale è presente un’iscrizione a memoria della ristrutturazione del 1716 ad opera di Giordano Dottula. Una volta entrati, superato un primo vano si accede alla chiesa vera e propria: un ampio ambiente costituita da un’unica navata a tre volte a crociera. Tra le meraviglie che si possono ammirare c’è il decoro murario a fascia in blu e ocra, due matronei lignei, un bellissimo candelabro del 700 a motivo floreale, un affresco della Madonna del legno (Panaghia Platytera) datata tra il XV e XVII secolo, uno stemma nobiliare con i blasoni dei Bianchi Dottula sormontata da una corona. L’abside presenta l’altare del 700 sovrastata da una cornice con angeli e forme vegetali, mentre al centro è collocata una tela del 600 con San Martino che dona il mantello al povero. Interessante alzando lo sguardo appare l’affresco di due putti sorridenti tra fiori colorati. Ai lati dell’altare sono presenti ambienti laterali, uno dei quali è risultato essere un ossario, mentre l’altro conserva i resti dell’originario tempio bizantino. Si passa poi alla zona ipogea, dove sono alloccati gli affreschi bizantini e un sepolcro con lastre colorate: scendendo una scaletta si arriva al pavimento del IX-X secolo, con il portale originario e il sepolcro del sacerdote Smaragdo (uno dei primi rettori di San Martino). La nicchia che lo contiene è dipinta e presenta due colonne anch’esse decorate, mentre l’interno dell’arco contiene la raffigurazione di tre figure: al centro Cristo in trono con ai lati la Vergine e l’arcangelo Michele. Al di sotto vi sono delle lastre in pietra, su una delle quali è presente un’iscrizione latina in cui si ricorda l’attività di insegnante di canto di Smaragdo, nella prima scholae cantorum barese costituita proprio dall’oratorio di San Martino. Un capolavoro presente nel centro storico di Bari, da visitare per riscoprire parte delle origini di questa città.