JULIETA: Pedro Almodovar ha superato se stesso con una storia apparentemente ambigua, ma ricca di umanità e che è un inno alla vita Attualità Cinema 28 Maggio 201628 Maggio 2016 di Romolo Ricapito Con Julieta, Pedro Almodovar ha superato se stesso, realizzando uno straordinario capolavoro. E’ una storia questa che si dipana in maniera intrigante e spontanea, anche se è stata ben meditata e risulta il frutto di attente elaborazioni. Raccontare l’opera equivarrebbe a sminuirla. Si dirà allora che trattasi della storia di una donna, Julieta appunto, che si racconta dando vita a una sorta di biografia della sua vita affinché siano chiari i motivi della sua infelicità. Julieta a 55 anni è Emma Suarèz, mentre in versione ventenne è la splendida Adriana Uguarte. Emma Suarèz, Bisogna stare attenti ai simbolismi: è importante la notte trascorsa in treno da Julieta, perché è l’elemento che avvia tutta la storia, i suoi raffinati intrighi, le varie implicazioni e metafore . Un cervo che insegue il mezzo di trasporto su rotaie è l’elemento magico che sottolinea il compiersi di un triplo destino. Quello ad esempio di uno sconosciuto e maturo viaggiatore al quale Julieta, infastidita, nega il dialogo. L’uomo si suiciderà. Quasi contemporaneamente, la giovane donna fa la conoscenza dell’affascinante, giovane e anche bello Xoan (Daniel Grao) al quale si legherà in un subitaneo amplesso. Daniel Grao L’uomo è una sorta di “vedovo” bianco : la moglie è in coma da ben 5 anni. Morta la consorte, Julieta rimarrà incinta di una bambina, Antìa (interpretata a 18 anni da Blanca Pares), sposandone il padre. Il binomio vita-morte che si accompagnava alle vicende del treno continua in altre situazioni, coinvolgendo la “rivale” di Julieta, della quale però la protagonista diventerà la migliore amica. Trattasi di Ava (Imma Cuesta), artista intrigante e “apparentemente” innocente. Il marito di Julieta è un amico d’infanzia della donna, ma occasionalmente i due fanno sesso: gli amplessi, iniziati durante l’adolescenza, sono continuati nei momenti di crisi dei due matrimoni del protagonista maschile. Il tradimento, che secondo Xoan non è veramente tale , è solo un ingrediente dell’intreccio, che vede Rossy De Palma, attrice-feticcio di Almodovar nel ruolo della fantesca. Marian (De Palma) è la cameriera che offre subito confidenza, il suo calore e fa sentire bene, come in famiglia, la protagonista . Ma è anche una creatura ambigua, che vigila sulla casa come una padrona, impicciandosi dei fatti dei datori di lavoro e tentando di determinarne i destini. Adriana Uguartte Questo carattere, che ricorda un po’ quello della governante del romanzo Rebecca, la prima moglie è di raccordo ma offre a Rossy De Palma il modo di dimostrare o vieppiù confermare, le sue doti interpretative. Binomio vita-morte, si è detto: al cimitero Julieta farà la conoscenza del maturo e paziente Lorenzo (Dario Grandinetti) ex partner di Ava, che diventerà il suo convivente, mentre il dolore per la scomparsa fisica della figlia Antia che nega la sua presenza per lustri, forse vittima di un “lavaggio di cervello” da parte di una comunità montana all’insegna del “recupero interiore”, darà vita a un’altra metafora contraddittoria, che si svelerà nel ricco finale. Antia, anche se non appare sempre, è un personaggio onnipresente per forza di cose e introduce la sua amica d’infanzia , la bellissima Michelle Jenner, con la quale naturalmente ha un rapporto ambiguo (tutto da svelare). L’opera è di grande valore in quanto agisce per sottrazione, valorizzando i dialoghi e intensificando le situazioni, tutto a favore della riuscita del film che risulta affascinante anche per l ‘originalità (fatto non insolito per il regista spagnolo, si dirà ) ma in particolare perché ingegnato in modo diverso dal passato in quanto lo storytelling non è esibito con risvolti stravaganti, cosa che successe in altri capolavori come ad esempio nel pluripremiato Tutto su mia madre.